Fenomeno celeste di Norimberga, Wikimedia commons |
Per fortuna, sono riuscito a imbattermi in alcuni autori che hanno sfatato gran parte di questi pregiudizi. E' vero che gran parte degli articoli e dei libri sul tema, sull'onda del facile sensazionalismo, si lanciano su ogni tipo di avvistamento, senza verificare le fonti e l'accaduto ma la vera storia di questa branca di studi moderna è stata portata avanti da autori, scienziati e pensatori di tutto rispetto. E il quadro che emerge dalla loro analisi, anche se divergenti, è che qualcosa di misterioso sta avvenendo nei nostri Cieli (a volte anche sotto le nostre acque o nelle nostre menti) e che questi fenomeni sono ben più antichi di quanto possiamo immaginare.
Nel presente articolo, dunque, ho intenzione di suggerire una bibliografia ragionata con la quale avvicinare all'argomento anche i più sospettosi e reticenti, che allo stesso tempo possa mostrare le diverse sfumature di un fenomeno tanto ineffabile quanto intrigante.
Un mito moderno. Il primo testo è di un autore molto letto, conosciuto e stimato per le sue conoscenze eclettiche: Carl Gustav Jung. Sono ben noti i suoi scritti di psicologia, simbologia e analisi degli archetipi del profondo. Meno conosciuto è, invece, il fatto che lo psicologo svizzero si occupò anche di Ufologia, pubblicando una delle prime analisi dettagliata del fenomeno proprio negli anni in cui esso stava venendo alla ribalta. Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo è il titolo dell'illuminante saggio junghiano che, per la prima volta, inquadrò la fenomenologia ufologica in un contesto più ampio.
Uno dei motivi per cui mi ero sempre tenuto lontano dalla materia, infatti, era un pregiudizio che molti condividono: possibile che in tutti i millenni di sviluppo della storia, della cultura e del pensiero umano, non si siano mai manifestati prima fatti analoghi?
In Un mito moderno , pubblicato nel 1958 ed edito, in Italia, dalla Bollati Boringhieri, Jung risponde esattamente a questa domanda, mostrando come il fenomeno ufologico sia, appunto, un mito contemporaneo. Non in senso dispregiativo ma nel significato più profondo della parola "mito", legato alla produzione simbolica inconscia della mente che, in ogni epoca, partorisce miti e simboli che riflettono le paure, le inquietudini, le emozioni, le idee, le speranze del momento storico ma sempre attingendo agli antichi archetipi dell'inconscio.
L'UFO, dunque, è un mito e, come ogni mito, un oggetto di studio di tutto rispetto, in grado di permettere alla psicologia del profondo di accedere all'inconscio collettivo dell'epoca presente. Paragonando i racconti degli incontri ravvicinati con i sogni dei suoi pazienti, infatti, si accorse di come molti simboli fossero estremamente ricorrenti e che entrambe le simbologie fossero, a loro volta, strettamente collegate con i racconti del passato di incontri o rapimenti da parte di Angeli, Demoni e altre entità divine. Come l'Angelo o il Demone, l'UFO appare insieme a una luce intensa, proveniente da una dimensione-altra, mostra un comportamento inspiegabile che fa percepire all'uomo la sua piccolezza e gli induce un senso di impotenza; allo stesso tempo, in molti racconti di abdotti (rapiti dagli UFO) ritorna la medesima sublimazione della pulsione erotica. Le sonde e le operazioni di invasione fisica che gli UFO compiono nei confronti del corpo umano, inerme e paralizzato, sono del tutto affini alle possessioni sessuali da parte dai demoni o ai sogni erotici di alcuni suoi pazienti. La forma rotonda, sferica o a disco, inoltre, del disco volante sarebbe una proiezione del Sé inconscio e sembra addirittura collegata alla visione dei mandala cosmici, così come l'osservazione dall'alto degli UFO risulta estremamente affine all'Occhio Divino inscritto nel triangolo, che tutto vede e tutto osserva dall'alto dei Cieli.
Tutti questi elementi simbolici sono sempre stati presenti nell'inconscio umano. Ciò che è mutato è il paradigma culturale dominante. La visione sacralizzata dell'universo delle epoche passate proiettava questi archetipi interiori in visioni metafisiche; il mondo moderno, invece, dominato dalla scienza e dalla tecnologia crea una simbologia affine alla modernità tecnologizzata. L'entità che viene dall'alto non è più superiore spiritualmente e metafisicamente, ma scientificamente; allo stesso modo, il cielo da cui l'UFO proviene non è più il Paradiso o il cielo ultraterreno, bensì il cielo fisico, concreto: lo spazio profondo, altrettanto indicibile e inconcepibile e, dunque, spaventoso.
Secondo Jung la paura stessa gioca un ruolo determinante nella simbologia ufologica moderna; l'isteria collettiva del pericolo che viene dall'altro sarebbe infatti, secondo lo psicologo, il trauma comune seguente ai bombardamenti tanto della prima quanto della seconda guerra mondiale.
Benché dunque Jung neghi la fisicità del fenomeno, rigettando l'ipotesi extraterrestre, pur rimanendo aperto al dubbio, non ne sminuisce l'importanza e, anzi, la molteplicità degli avvistamenti dimostrano quanto sia importante investigare e indagare sul fenomeno per comprendere l'uomo contemporaneo.
Il Blue Book e le indagini governative. Benché la prospettiva di Jung sia estremamente interessante, essa non risponde a tutti i dubbi di un fenomeno che, al di là delle evidenti ricorrenze simboliche e psicologiche con il passato, sembra tuttavia caratterizzato da elementi ricorrenti che non possono essere spiegati unicamente con il ricorso alla psicologia del profondo. A ulteriore dimostrazione di ciò, il fatto che gran parte degli avvistamenti della prima "ondata UFO" mondiale videro come protagonisti esperti membri dell'aereonautica militare oppure persone comuni, che non avevano mai né visto né sentito parlare di UFO e che, tuttavia, riportavano racconti sempre coerenti con gli altri avvistamenti. Per far fronte a questa situazione, il governo degli Stati Uniti avviò addirittura un'inchiesta ufficiale: il Blue Book, una delle prime grandi operazioni di raccolta e analisi dati, che cercò di compendiare e spiegare tutti gli avvistamenti avvenuti sul suolo americano. Tra i principali collaboratori di questo progetto vi fu Allen Hynek, astrofisico di fama internazionale che aveva il compito di spiegare quali avvistamenti di "luci" potessero essere ricondotti a fenomeni fisici e astronomici. Hynek si avvicinò al progetto con estremo scetticismo; come Jung, era convinto che nulla di fisico e tangibile solcasse i nostri cieli. Eppure, presto si dovette ricredere per due motivi: l'inspiegabilità di molti casi e, allo stesso tempo, la superficialità e la noncuranza con cui gli "specialisti" scelti dal governo si limitavano a liquidarli, quasi fosse una grande operazione di copertura, spesso andando contro i pareri da lui espressi. Hynek proseguì dunque le investigazioni sul fenomeno privatamente, con la collaborazione di altri studiosi, e tanto la vicenda del Blue Book quanto i risultati a cui lo portarono i suoi studi sono spiegati con perizia di dettagli in L'esperienza Ufo, edito in Italia da Venexia Edizioni. L'aspetto più interessante del testo è che esso non ha la pretesa di fornire alcuna spiegazione sulla natura degli UFO, ma si limita a mostrare e ad analizzare i dati oggettivi di cui siamo in possesso. L'unica cosa che possiamo dedurre da questi dati è che i fenomeni UFO, per quanto inspiegabili, sono degni di uno studio scientifico e che non è possibile liquidarli come mere allucinazioni, soprattutto a fronte sia delle descrizioni, sia degli effetti e dei materiali che accompagnano le numerose testimonianze a oggi rimaste inspiegate. Ad Hynek si deve inoltre la note suddivisione degli incontri UFO in: Incontri del primo tipo, avvistamenti di luci o movimenti nel cielo senza interazioni diretti; Incontri del secondo tipo, ossia avvistamenti di atterraggi o partenze di oggetti insoliti che, in alcuni casi, lasciano anche tracce rilevabili sul terreno; infine Incontri del terzo tipo, in cui avviene un'interazione diretta tra l'avvistatore e i piloti dei dischi volanti. Soprattutto negli ultimi due casi, non è più sostenibile nella sua interezza l'opinione di Jung, giacché una spiegazione meramente psicologica non può rendere conto degli effetti fisici e materiali sul terreno o sulle persone - che, in molti casi, in seguito a un incontro ravvicinato hanno manifestato effetti fisici come congiuntiviti o imbrunimento della pelle.
L'ipotesi Parafisica. Mentre tra il grande pubblico si faceva strada l'ipotesi "canonica" degli Alieni visti come Extraterrestri a bordo di dischi volanti, provenienti da un altro pianeta, alcuni autori proposero una teoria "eretica" alternativa, che lasciò basiti tanto gli scettici quanto gli ufologi tradizionali. Si tratta della cosiddetta "ipotesi parafisica". I principali fautori di questa ipotesi furono Jacques Valee e John Keel. Jacques Valee lavorò a stretto contatto con Allen Hynek e a lui si deve il merito di aver raccolto i suoi dati, di averli messi insieme con gli avvistamenti avvenuti in Francia, e di aver formulato un'ipotesi "sconcertante". Come Jung, Valee si accorse che i racconti di incontri ravvicinati sono estremamente affini alla mitologia del passato, soprattutto ai racconti folklorici legati al mondo delle Fate. Benché in epoca contemporanea sia avvenuta una vera e propria epurazione politicamente corretta nei confronti delle fiabe e del mondo fatato, per creare una narrazione adatta ai bambini, in realtà nel folklore classico il mondo delle Fate, degli Gnomi e dei Folletti ha sempre avuto una natura perturbante. Sono molti i racconti di incontri sconvolgenti, rapimenti, dispetti e colpi bassi più o meno pericolosi compiuto dagli esseri fatati nei confronti dell'uomo. Questi racconti presentano sempre le medesime, inquietanti, ricorrenze, pressoché in tutta Europa: le Fate si manifestano in prossimità dei cosiddetti "cerchi fatati" (o gli allineamenti di pietre o i cerchi d'erba creatisi misteriosamente sul terreno), spesso di notte e in luoghi solitari, sono in grado di trascinare il malcapitato nella loro dimensione parallela dove questi, inconsapevole del reale tempo trascorso, una volta tornato alla realtà scoprirà di essere scomparso anche per giorni; molti sono i racconti legati al "changeling", il rapimento dei bambini o di alcune categorie di persone sostituiti, dalle fate, con un "doppio" del rapito; le Fate, gli Elfi e gli Gnomi, inoltre, si presentano ora come esseri alti, biondi, eterei, ora come grotteschi mostriciattoli antropomorfi e pelosi.
Ci si potrà chiedere qual è la relazione tra questa simbologia e i dischi volanti. Ebbene, essa sfugge all'uomo comune perché l'immagine stereotipata e dominante dell'extraterrestre è quella dell'essere estremamente avanzato dal punto di vista tecnologico, che solca i cieli con apparecchi dalla tecnologia inconcepibile e che, quando scende sulla terra, si mostra con una testa grande, grigia e due ampi occhi neri e il corpo esile. Ascoltando le testimonianze dirette di coloro che hanno avuto in incontro del terzo tipo, tuttavia, ci si accorge di come questa sia una descrizione ben minoritaria. Soprattutto, Jacques Valee si accorse di come il comportamento tanto dei piloti quanto delle tecnologie riferite da coloro che hanno avuto un incontro ravvicinato non sembrano, in alcun modo, essere ascrivibili a "intelligenze extraterrestri" da una tecnologia estremamente sviluppata. Anzi, in molti degli incontri sia il loro comportamento sia i loro strumenti sembrano una grottesca parodia dell'aspetto, della cultura e della tecnologia umana. Esattamente come gli esseri fatati si divertivano a spaventare e a scimmiottare gli uomini e la loro cultura, nel folklore del passato.
Nei racconti di alcuni abdotti, gli "Alieni" sono bassi, pelosi, grotteschi, giocondi, "naneschi" ma anche inquietanti come gli Gnomi; in altri sono alti, slanciati, con i capelli biondi, "nordici" come gli Elfi; altre volte sono figure inquietanti e minacciose affini ai Demoni o luminosi ed eterei come gli Angeli. Del tutto analoghi, dunque, alle entità del folklore, con la differenza che si manifestano con "tecnologie" che, tuttavia, sembrano non avere alcun senso o con comportamenti, che sembrano assolutamente inconciliabili con il loro essere scientificamente evoluti. L'interno delle loro astronavi, in alcuni racconti, viene addirittura descritto di pietra; i loro "esperimenti scientifici" che lasciano mutilazioni sul bestiame e cicatrici sul corpo paiono estremamente retrogradi, anche nei confronti delle conoscenze mediche umane; spesso sembrano mostrare interesse verso i rudimentali attrezzi degli agricoltori o perfino dell'abbigliamento umano, a tal punto che in alcuni resoconti gli esseri "naneschi" cercano in ogni modo di sottrarre dalla vittima questi oggetti personali. Tuttavia, il fatto che questi oggetti risultino poi effettivamente mancanti e che, in alcuni casi, gli UFO siano in grado di lasciare tracce concrete sul terreno, sulle persone o sugli animali dimostra che l'intera vicenda non può essere ricondotta esclusivamente al substrato psicologico.
Come coniare, dunque, questi due aspetti apparentemente contraddittori? Secondo Valee, bisogna riformulare radicalmente la concezione stereotipata dell'extraterrestre proveniente da un altro pianeta, con una tecnologia avanzata, a bordo di navicelle spaziali, e rendersi conto che la loro natura è molto più affine a quella di "entità eteriche". Gli UFO, nell'ipotesi di Valee espressa in Dimensioni, pubblicato in italia dalla Venexia, sarebbero dunque entità para-fisiche, forme di intelligenza che non necessitano di un substrato materiale, che hanno sempre convissuto con l'uomo e che, forse, appartengono a una "quarta dimensione fisica", concatenata al nostro spazio-tempo ma che trascende la materialità. Gli "incontri" potrebbero avvenire in luoghi o momenti di contatto tra le due dimensioni e le entità sarebbero tanto incuriosite nei nostri confronti quanto noi lo siamo di loro.
Sulla stessa scia di Valee, il giornalista John Keel che, parallelamente all'autore francese, portò avanti una lunga inchiesta sul campo, interrogando oltre 200 persone entrate in contatto con gli UFO e sostenendo in Misteriose presenze sul pianeta terra che gli Alieni altro non siano che entità immateriali, a volte benevole e altre malevole, che hanno avuto un grande influsso sulla storia umana, divenendo oggetto di venerazione religiosa da parte degli uomini che non ne comprendevano la reale natura. Un aspetto, quest'ultimo, particolarmente interessante poiché, come vedremo, alcune branche dell'ufologia legate agli ambienti contattisti hanno creato, negli anni, vere e proprie pseudo-religioni.
L'ipotesi extraterrestre e i casi italiani. Personalmente, mi trovo molto vicino all'idea di Jacques Valee che, ad ora, sembra aver spiegato gran parte delle incongruenze presenti nei racconti degli avvistamenti. Tuttavia, anche in tal caso non si tratta di una risposta definitiva. Studiando il fenomeno degli UFO ci si accorge di come la coperta sia sempre troppo corta e di come, una volta trovata una presunta spiegazione, ci siano sempre dei dettagli che non rientrano nell'analisi. Per questo anche la "semplice" e "ortodossa" ipotesi extraterrestre non può essere scartata in toto, come ho realizzato leggendo gli ottimi resoconti dei massimi esperti di ufologia italiani, che nulla hanno da invidiare rispetto agli autori precedenti, come Pinotti, Tambellini, Marcucci e Degli Espositi. In particolare, Il Libro Bianco degli UFO, edito recentemente dalla casa editrice Armenia e scritto a quattro mani da Tambellini e Marcucci, raccoglie e classifica gli avvistamenti più affidabili avvenuti sul territorio italiano, dagli anni '50 a oggi. Dalla lettura di questi casi, che sono soltanto la punta dell'iceberg di un enorme archivio raccolto negli anni da Pinotti e gli autori citati in precedenza, si evince anzitutto come anche l'Italia sia stata investita da questo fenomeno internazionale, presentando le medesime ricorrenze delle altre nazioni e dei casi più famosi; in secondo luogo come, anche in Italia, molti avvistamenti sono stati segnalati da persone comuni, che non avevano mai avuto a che fare con l'ufologia, che non ebbero alcun interesse a pubblicizzarsi con la vicenda e che, anzi, la considerarono o un "dono da tenere segreto" o un fatto estremamente inquietante, a cui non avrebbero voluto assistere. Molti sono inoltre i casi in cui furono conivolte le stesse istituzioni italiane, come membri della marina o dell'aviazione e soprattutto in questi casi sembra difficile far rientrare le rilevazioni dei radar, le apparizioni di dischi volanti o di enormi oggetti che emergono dalle acque, nonché le impronte degli atterraggi, con i racconti del folklore fatato tradizionale, ma sembrano in tutto e per tutto ascrivibili a entità extraterrestri in possesso di tecnologie superiori. Il cui ruolo, tuttavia, rimane ancora inspiegato.
La deriva pseudo-religiosa. Chiudo l'articolo con un testo di Gianluca Marletta: UFO e Alieni. Origini, storia e prodigi di una pseudoreligione, pubblicato dalle edizioni Irfan. In questo libro Gianluca Marletta, studioso laureato in Scienze Religiose, compie un'ottima disamina storico-critica del fenomeno UFO, che permette sia di farsi un'idea dell'evoluzione dell'Ufologia dai primi anni del novecento a oggi sia di approfondire le derive "pseudoreligiose" che, fin dalla sua comparsa, ne hanno accompagnato lo sviluppo. In particolare, Marletta mostra, nei primi capitoli del testo, come la nascita del fenomeno UFO, soprattutto della branca del "contattismo", presenti delle stette correlazioni con lo Spiritismo e come debba essere retrodatata alle esperienze magiche di autori come Aleister Crowley, che sostenne di essere entrato in contatto, mediante i suoi cerimoniali, con intelligenze cosmiche extraterrestri, come lo spirito "LAM", che egli raffigurò in un ritratto estremamente simile a quelli che oggi sono definiti "i Grigi". Questa forma di ufologia ante litteram, legata al contatto diretto tra l'uomo e extraterrestri in grado di comunicare per via telepatica o con apparizioni "mistiche", si svilupperà in movimenti che assumeranno molteplici caratteristiche in comune con la religione, come il movimento Raeliano: l'attesa messianica e liberatoria, la consapevolezza dell'esistenza di entità superiori, la speranza che esse siano in grado di guidare l'operato dell'uomo, di condurre le sue azioni, di portare la pace e una nuova epoca tecnologica, la "fede" nella loro onnipotenza. Aspetti che, tuttavia, risultano slegati da qualsiasi dottrina metafisica e teologica, da ciò la definizione da parte dell'autore di movimenti "pseudo-religiosi". Gran parte di essi sono capitanati da veri e propri "messia" moderni, anche quando essi si pongono l'obbiettivo di svelare grandi inganni. Da questo punto di vista, risultano estremamente attuali gli ultimi capitoli del libro che si soffermano sulle teorie del Paleocontatto, di Sitchin e di Biglino, che tentano di spiegare la genesi dell'uomo a partire da presunti esperimenti extraterrestri che avrebbero dato vita alla razza umana. Argomentazioni che, a partire da una esegesi letterale dei testi sacri, spogliati da qualsiasi forma di teologia e simbologia, ne ribaltano in chiave materialistica il contenuto - cadendo però nell'aspetto paradossale che, a fronte della mancanza di prove archeologiche concrete, le loro teorie non possono essere accettate che con un "atto di fede" nella loro esegesi materialistica e, soprattutto, nella veridicità della narrazione contenuta nei testi sacri.
In conclusione, ritengo che nessuna delle precedenti prospettive abbia offerto una spiegazione risolutiva; proprio per questo ritengo che si debba continuare a studiare e ad approfondire, con spirito critico e scientifico, il fenomeno UFO, poiché l'unico aspetto innegabile, filo conduttore di tutte le teorie, è che qualcosa di misterioso e inspiegabile sta avvenendo sulla Terra e trovare una risposta a questi fenomeni significherà andare incontro a una nuova rivoluzione culturale.
Daniele Palmieri
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