domenica 25 aprile 2021

Storia e pratica delle arti magiche


Fin dagli albori della coscienza, l'uomo ha sviluppato la consapevolezza di convivere con un mondo invisibile, che va al di là della grezza sensibilità immediata. Che si dia credito o meno a questa credenza, bisogna ammettere che, oggettivamente, vi è almeno un fatto degno di interesse, ossia che un essere vivente, immerso in un mondo ostile, impegnato in una perpetua lotta per la sopravvivenza, abbia cominciato non solo a credere, ma a basare le proprie azioni, sulla consapevolezza di un mondo-altro, un universo invisibile, un lato nascosto delle cose. Se questo mondo invisibile fosse stato del tutto irrilevante per la vita umana, dal punto di vista evoluzionistico non avrebbe avuto alcun senso il propagarsi di questa idea. Le persone alienate nel mondo nascosto sarebbero dovute soccombere per aver perso la dovuta attenzione nei confronti del mondo materiale. Eppure, così non è stato e, anzi, tutte le culture umane che si sono sviluppate nei millenni a venire hanno sempre sviluppato la consapevolezza - sciamanica, magica, filosofica o religiosa - di un mondo invisibile, degno di interesse tanto teorico quanto pratico.

E' a partire da questa idea che ho sviluppato Storia e pratica delle arti magiche, il mio ultimo saggio appena pubblicato con Libraio Editore, un testo in cui sono confluiti almeno cinque anni di studi, letture e approfondimenti sul tema. In particolare, l'idea motrice del testo è che, anche nello studio storico/antropologico del mondo invisibile, pur mantenendo un atteggiamento critico, non si debba dare per scontata la falsità del mondo invisibile e che per comprendere alcuni sistemi di pensiero ci si debba necessariamente "sporcare le mani", immergendosi in essi e assumendone la prospettiva. D'altronde, già Ernesto de Martino ne Il mondo magico scriveva: "Appena lo studioso si volge al mondo magico nell'intento di penetrarne il segreto, subito si imbatte in un problema pregiudiziale dal quale dipende in sostanza l'orientamento e il destino della ricerca: il problema dei poteri magici. Ordinariamente tale problema viene eluso con molta disinvoltura, in quanto si assume come ovvio presupposto che le pretese magiche siano tutte irreali e che le pratiche magiche siano tutte destinate all'insuccesso" (E. De Martino, Il Mondo Magico, Bollati Boringhieri, p. 9).

Perciò, quando si trattano certi temi, bisogna riuscire a compiere lo sforzo logico di mettere in dubbio "l'ovvio presupposto" della irrealtà del mondo invisibile. Il che non vuol dire nemmeno sposarne acriticamente la veridicità, ma analizzare le teorie e le pratiche che lo vedono coinvolto evitando lo sguardo di superiorità tipico della civiltà presente, che bolla tutto ciò che esula dal pensiero materialista come una superstizione superata.

Durante i lunghi anni di letture, ho constatato che questa spaccatura risulta essere ancor più marcata quando si tratta del pensiero magico. La letteratura sul tema abbonda e, anzi, è difficile diramarsi nella miriade di scritti sul tema. Eppure, almeno negli ultimi duecento anni, questo vasto corpus letterario si è come polarizzato in due parti: da un lato, testi storici, critici, antropologici e accademici estremamente dettagliati che, tuttavia, mantengono sempre la visione "esterna", senza entrare nel dettaglio della pratica magica per paura di mettere in discussione "l'ovvio presupposto" di cui parla De Martino; e, dall'altro, testi esclusivamente pratici, ora di alta ora di bassa magia, che si limitano a descrivere la pratica senza tuttavia la cognizione storico-critica tipica degli studi accademici che, lungi da essere un vezzo da studioso, risultano fondamentali per mantenere lontana la superstizione e tenere vivo lo spirito critico. 


Storia e pratica delle arti magiche nasce con l'intento di cercare di colmare questa spaccatura. Il libro non vuole essere né solo un trattato storico né solo un testo pratico, ma superando la dicotomia delle due polarità, ho cercato di descrivere l'evoluzione storica della magia con la consapevolezza che essa sia inseparabile dallo studio e dalla comprensione della pratica. Fin dalle sue prime apparizioni, infatti, la magia si contraddistingue da altre forme di "conoscenza dell'invisibile" per il suo essere una "scienza pratica dell'invisibile"  e comprenderne lo sviluppo storico significa, necessariamente, studiarne tanto la teoria quanto l'insieme di riti e pratiche che tramandate ed evolutesi dal mondo primitivo a oggi.

Nel testo, dunque, analizzo le principali "fasi" dello sviluppo della magia in occidente, rintracciando il filo rosso che lega lo sciamanesimo, la teurgia e la goezia greca e romana, la magia medievale e rinascimentale e lo sviluppo della Magia Salomonica, fino ad arrivare alle forme di magia moderna e contemporanea dei circoli massonico/iniziatici, di Mesmer, Levi, della Teosofia, della Golden Dawn, della Wicca e della Chaos Magick. In questa analisi, ho cercato di mostrare come la magia non sia stata un semplice "corpo estraneo" nello sviluppo del pensiero occidentale ma, anzi, uno dei motori che, in un costante rapporto dialettico con la religione, con la teologia e con la filosofia, ne ha contribuito allo sviluppo - tanto filosofico quanto artistico, culturale e perfino scientifico, spesso facendo da collante tra l'alta cultura colta e la bassa cultura popolare. E, soprattutto, ho cercato di illustrare come, a fronte di una molteplicità di percorsi, vi siano sempre stati dei punti fermi che hanno contribuito allo sviluppo del pensiero magico che, lungi dall'essere un pensiero grezzo, superstizioso e primitivo, si è manifestato come un sofisticato sistema culturale il cui fine era quello di "cartografare" il mondo invisibile per conoscerlo, comprenderne le forze e capire come influenzarle.


In particolare, a fronte delle molteplici prospettive, i punti cardine del pensiero magico, che ritornano in ogni secolo, sono:

1) L'idea dell'esistenza di un "lato nascosto delle cose"

2) L'idea che questo mondo invisibile si compenetri con la realtà visibile

3) L'idea che tale compenetrazione sia possibile poiché materia, tempo e spazio non sono forme immobili, ma fluide, affini alla natura spirituale del mondo invisibile e soltanto più "densi" di essa

5) L'idea che sia possibile sviluppare dei sensi sottili per vedere e conoscere la realtà sottile

5) L'idea che l'universo invisibile sia strutturato come una ragnatela, intrinsecamente connessa in ogni sua parte

6) L'idea che il lato nascosto delle cose, oltre a essere percorso da "forze intangibili", simili alle forze elementali della natura, sia popolato da altre forme di intelligenza

7) L'idea che la conoscenza di tale ragnatela di connessioni permetta al mago di influenzarne la vibrazione, agendo così "a distanza" su ogni parte di essa

8) L'idea che sia possibile entrare in contatto anche con le intelligenze, o entità, che popolano il mondo invisibile

9) L'idea che l'intero macrocosmo magico sia strutturato gerarchicamente e che tale gerarchia si manifesti attraverso i fili della ragnatela che collegano ogni parte

10) L'idea che l'uomo sia un "punto d'incontro", un crocicchio in cui si intersecano mondo invisibile e mondo visibile, e che nella sua anima siano nascosti poteri latenti che la conoscenza, il rito e la pratica magica possono portare alla luce per riconnetterlo al reame nascosto. 

In Storia e pratica delle arti magiche vado dunque ad analizzare come, nei diversi secoli, il pensiero magico abbia sviluppato questi principi e come, a partire da essi, abbia sviluppato concezioni estremamente sofisticate del tempo, dello spazio, della coscienza umana, del ruolo dell'uomo nell'universo, dell'esistenza di realtà parallele e di intelligenze ed entità cosmiche, portando il pensiero umano ai confini della conoscenza e costringendolo così a infrangere le barriere logiche e razionali che, spesso, lo ingabbiano nell'accettare la realtà così come gli si presenta, senza nemmeno sospettare che, citando Girolamo Cardano "la più grande parte di ciò che conosciamo corrisponde alla più piccola parte di ciò che ignoriamo" (Girolamo Cardano, Il Libro dei Segreti, Mimesis Edizioni).


Per chi volesse gettare un primo sguardo all'interno del testo allego, sotto, l'indice del libro:

Indice


Capitolo I
Per un nuovo mattino dei maghi

Capitolo II
Teoria e pratica della magia
L'essenza della magia
L'essenza del mago

Capitolo III
Oltre il velo della materia
Lo sciamanesimo: la via del sogno e dell'estasi

Capitolo IV
Spazio sacro e tempo sacro
La circoscrizione dello spazio sacro
Il fluire del tempo
Flusso delle stagioni, solstizi, equinozi
Le sfere celesti e lo zodiaco
Le ore e i giorni magici
Le energie planetarie

Capitolo V
Le entità del mondo invisibile
La catena occulta dell'essere
Anime dei morti
Spiriti di Natura
Angeli e Demoni
Il Dio/Uno
L'uomo: microcosmo e macrocosmo

Capitolo VI
L'esercizio dello magia: le pratiche di potere
L'evoluzione della pratica magica
Gli strumenti del mago
Ligature, incantesimi e linguaggio magico
Le pratiche di Goezia
Le defixiones
I simulacri di cera e argilla
Il Sabba
Le evocazioni demoniache
Le pratiche di Teurgia
Teurgia onirica
Dèi e Spiriti Planetari
Le invocazioni angeliche
I Talismani

Capitolo VII
La magia moderna e contemporanea
La magia e le nuove divinità planetarie
Il potere magico della Volontà e del Pensiero
Franz Anton Mesmer, Eliphas Levi e il potere della Volontà
Gli Eggregori o Forme Pensiero
Lo sviluppo dei poteri psichici: Charles Leadbeater e Franz Bardon
William Atkinson e le tecniche di autosuggestione
Il mondo magico della Golden Dawn
Il magico potere della letteratura
La resurrezione del Dio Pan
Il contatto con le entità cosmiche
Blackwood, Crowley, Dion Fortune e le tecniche di autodifesa magica
Prospettive contemporanee
La Wicca
La Chaos Magick
Epilogo: La scomparsa del mondo invisibile


Storia e pratica delle arti magiche, Daniele Palmieri, Libraio Editore


Daniele Palmieri