Dion Fortune, pseudonimo di Violet Mary Firth derivante dal
motto della sua famiglia “Deo, non Fortuna”, è stata una delle figure di spicco
dell’esoterismo anglosassone e, insieme a Madame Blavatsky e Annie Besant, una
delle occultiste più importanti e influenti del XX secolo.
Benché molto letta e apprezzata all’estero, soprattutto nei
paesi di lingua anglofona, in Italia non è molto conosciuta se non per il suo
capolavoro, La Cabala Mistica, edito da Astrolabio. Eppure, Dion Fortune è, nel
panorama esoterico, una delle personalità di spicco e, senz’altro, tra le
autrici più prolifiche, originali e anticonvenzionali. Basti pensare che era legata agli ambienti della Golden Dawn di cui, per un periodo, fece parte. Conosceva personalmente Mathers e Crowley, ma fu poi cacciata dall'ordine - nei confronti del quale aveva, comunque, molte perplessità di tipo operativo - dopo aver divulgato alcuni insegnamenti ne Le dinamiche spirituali dell'amore e del matrimonio. Fu inoltre dalla sorella di Mathers, compagna del filosofo francese Bergson, che Dion Fortune ricevette un pesante attacco psichico, dopo il quale decise di scrivere il testo "Autodifesa psichica".
Oltre agli ambienti iniziatici della Golden Dawn era vicina anche al Movimento Teosofico, ma uno degli aspetti più interessanti della sua figura è la sua formazione intellettuale e i suoi interessi poliedrici; oltre ad interessarsi di occultismo, infatti, Dion Fortune era una delle psicoanaliste più rinomate di Londa, formatasi alla scuola di John Fugel. Come scrive in Autodifesa psichica, edito in Italia da Anguana Editore, fu proprio l’indagine psicoanalitica della mente a far nascere in lei l’interesse nei confronti dell’occultismo.
Oltre agli ambienti iniziatici della Golden Dawn era vicina anche al Movimento Teosofico, ma uno degli aspetti più interessanti della sua figura è la sua formazione intellettuale e i suoi interessi poliedrici; oltre ad interessarsi di occultismo, infatti, Dion Fortune era una delle psicoanaliste più rinomate di Londa, formatasi alla scuola di John Fugel. Come scrive in Autodifesa psichica, edito in Italia da Anguana Editore, fu proprio l’indagine psicoanalitica della mente a far nascere in lei l’interesse nei confronti dell’occultismo.
“Quando ho cominciato ad affrontare gli aspetti più profondi
della psicologia pratica” scrive Dion Fortune in Autodifesa psichica, “e ho
osservato la dissociazione della mente nella psicoanalisi, mi sono resa conto
che nella mente c’era molto più di quanto fosse riportato nelle teorie
psicologiche accettate. Ho visto che ci troviamo nel centro di un piccolo
cerchio di luce gettato da una conoscenza scientifica accurata, ma che intorno
a noi c’è un’ampia sfera di oscurità, e che in quella oscurità si muovono forme
oscure. Fu proprio per comprendere gli aspetti nascosti della mente che
inizialmente mi dedicai allo studio dell’occultismo” (Dion Fortune, Autodifesa
psichica, Anguana Editore).
Per Dion Fortune, la coscienza ordinaria non è che una flebile fiamma circondata da un mondo oscuro, inesplorato. Generalmente questa fiamma brucia in maniera costante, ordinaria, e la sua conoscenza dell'universo rimane limitata al territorio limitrofo che essa illumina. Ma se solo ci esercitassimo a far brillare tale fiamma a intensità maggiore, svelando ciò che il buio nasconde dietro il semplice raggio della normalità, scopriremmo un abisso meraviglioso e conturbante; il mondo, appunto, dell'occulto.
Esattamente come il corpo è aperto agli influssi esterni e materiali, anche la mente, infatti, è aperta agli influssi mentali, tanto umani quanto non-umani; ma, come la vista di un uomo vissuto in una grotta risulta ormai atrofizzata, allo stesso modo i sensi psichici dell'uomo vivono in uno stato di torpore dettato dalla normalità.
Scrive Dion Fortune, sempre in Autodifesa psichica: "Dobbiamo renderci conto del fatto che la coscienza umana non è un veicolo chiuso ma che, analogamente al corpo ha una serie continua di entrate e uscite di messaggi. Le forze cosmiche circolano continuamente in essa, come l'acqua del mare nei frangiflutti. Qualunque condizione emotiva che può sorgere dentro di noi viene rinforzata dall'esterno. Il sé soggettivo fornisce il fiammifero, il Cosmo dà il combustibile. Una volta che il fuoco si è acceso, le forze cosmiche di tipo appropriato lo alimentano" (Dion Fortune, Autodifesa Psichica, Anguana Editore).
In quest'ottica si inserisce, secondo Dion Fortune, il significato del rituale e della magia cerimoniale. Esistono diverse scuole di pensiero sul ruolo e il significato del rituale. La prima, che potremmo definire quella del "razionalista scettico", vede nel rituale un'antica vestigia di superstizioni ormai passate, senza alcun potere o significato effettivo; la seconda, che Dion Fortune definisce "razionalista" ma che, per differenziarla dalla prima da me introdotta, potremmo definire "razionalista-antropologica" non nega il potere del rituale, ma lo lega a forze puramente inconsce e psichiche; la terza, che Fortune definisce la "credulona del pensiero occulto", attribuisce il potere del rituale esclusivamente a forze sovrannaturali, siano esse gli spiriti dei defunti, gli elementali, gli arcangeli e via dicendo. Vi è infine un'ultima corrente di pensiero, fondata dalla stessa Dion che "attribuisce i fenomeni prodotti dalle arti occulte dall'interazione di entrambi i fattori, unitamente a un'applicazione pratica intelligente di alcuni elementi di conoscenza esoterica riguardante la natura dell'universo. Questo punto di vista vorrei etichettarlo come la scuola metafisica del pensiero occulto" (Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana Editore, p. 79).
Secondo la scuola metafisica del pensiero occulto, o "occultismo metafisico", il potere del rituale risiede dunque nella mediazione tra forze psichiche inconsce, ataviche, e energie/intelligenze cosmiche. L'idea di Dion Fortune è che le entità anticamente contrassegnate come divinità, spiriti, elementali, dei e dee, siano intelligenze cosmiche che muovono, vivificano e contribuiscono al perpetuo formarsi della realtà donandole un ordine, un progetto, e che vengono antropomorfizzate dall'inconscio umano, che li personifica in "idoli" riconoscibili dalla nostra mente. Gli spiriti elementali, dunque, esistono; la forma con cui essi ci appaiono è però transitoria, legata alle strutture della nostra psiche.
A fare da mediatore tra questi due mondi è il simbolo, vero e proprio portale tra il mondo terreno e materiale e il mondo eterico e metafisico. E' attraverso il simbolo, ossia la nostra manifestazione delle intelligenze cosmiche, che possiamo cogliere l'archetipo che si nasconde dietro il velo del reale e, allo stesso tempo, risvegliare le energie inconsce, latenti nella nostra mente.
"Abbiamo quindi nella magia" scrive Dion, "un dispositivo per controllare le forze invisibili che sono dietro il mondo della forma come ci è noto; queste forze sono controllate liberando il corrispondente livello di coscienza dalla schiavitù del mondo della forma, ma allo stesso tempo la tengono sotto controllo, come un cavallo controllato dalle redini. La mente è liberata dall'addestramento alla meditazione, e tenuta sotto controllo per mezzo del cerimoniale" (Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana Editore, p. 82).
Come il letto di un fiume, il cerimoniale catalizza le energie che il mago cerca di risvegliare, per evitare che esse "esplodano", invasandolo e possedendolo. Dai suoi studi a psicologa Dion Fortune si era infatti accorta che le isterie nevrotiche sono molto simili ai casi di possessione demoniaca poiché, in entrambi i casi, ci si trova di fronte a un'energia, un daimon, che ha preso il sopravvento, non avendo trovato un argine abbastanza forte da contenerla, trascinando così con sé la psiche della persona.
Nel rituale, dunque, liberazione e controllo devono andare di pari passo; da qui derivano le regole ferree e minuziose, così difficili da seguire, ma fondamentali affinché la mente umana sia in grado di entrare in uno stato di concentrazione atto a sostenere le energie che vuole evocare.
Tre sono i requisiti principali secondo Dion Fortune: il potere di concentrarsi, il potere di costruire, con chiarezza, un'immagine attraverso l'immaginazione, il potere di lasciare spazio alla mente inconscia, mettendo da parte la coscienza ordinaria.
"Attraverso l'appello all'immaginazione del simbolismo della cerimonia, la coscienza e il subconscio sono messi in allineamento; c'è uno scorrimento diritto dell'energia; il dinamismo elementare della nostra natura è liberato dai livelli primitivi della mente, e allo stesso tempo è diretto dall'immagine tenuta in coscienza dall'immaginazione che si concentra su un dato simbolo" (Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana Editore, p. 64).
Ogni dettaglio del cerimoniale è studiato con attenzione per tenere la mente focalizzata sul simbolo corrispondente alle energie cosmiche che il mago vuole richiamare a sé. Ad esempio, un cerimoniale dedicato a Marte atto a risvegliare la combattività, la vis bellica, sarà compiuto nel giorno di Marte (Martedì), nell'ora di Marte con il pianeta Marte in posizione astrologica favorevole; il vestito della cerimonia sarà di colore rosso (associato a Marte, al sangue, al furore della battaglia, al rossore delle guance dell'uomo iracondo) e recherà su di sé, così come gli altri strumenti e i pentacoli tracciati, il simbolo di Marte, del demone di Marte e delle intelligenze di Marte; sull'altare, oltre a un drappo rosso, saranno presenti pietre, piante e incensi associati a Marte.
Tutti gli elementi simbolici in questione vanno a toccare, attraverso l'attenzione prolungata, i sentimenti più profondi della mente subconscia, agendo così da maieuti nei confronti del mago, nella cui coscienza si sarà aperto un varco per il libero scorrimento di tali energie.
"Attraverso l'esecuzione di un rito stabilito otteniamo un'attenzione prolungata e tramite l'uso di simboli condizionati per creare il rito generiamo emozione. Per mezzo di uno stato d'animo o di uno stato mentale emotivamente tonico siamo in grado di entrare in contatto con la forza corrispondente, e per mezzo di un rito siamo in grado di indurre uno stato d'animo. Questa, in breve, è la logica delle cerimonie comprese dall'iniziato e da lui usate" (Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana editore, p. 28).
Consiglio, in conclusione, la lettura di tutte le opere di Dion Fortune, che è una rara voce femminile fuori dal coro nel panorama occultista novecentesco, che brilla per la lucidità e l'acutezza delle sue intuizioni, il cui influsso sul pensiero esoterico e sulla cultura popolare rimane, ad ora, fin troppo ignorato. In Italia, i suoi scritti sono pubblicati da Anguana Editore e da Venexia.
Daniele Palmieri
Dion Fortune, Autodifesa psichica, Anguana Editore
Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana Editore
Scrive Dion Fortune, sempre in Autodifesa psichica: "Dobbiamo renderci conto del fatto che la coscienza umana non è un veicolo chiuso ma che, analogamente al corpo ha una serie continua di entrate e uscite di messaggi. Le forze cosmiche circolano continuamente in essa, come l'acqua del mare nei frangiflutti. Qualunque condizione emotiva che può sorgere dentro di noi viene rinforzata dall'esterno. Il sé soggettivo fornisce il fiammifero, il Cosmo dà il combustibile. Una volta che il fuoco si è acceso, le forze cosmiche di tipo appropriato lo alimentano" (Dion Fortune, Autodifesa Psichica, Anguana Editore).
In quest'ottica si inserisce, secondo Dion Fortune, il significato del rituale e della magia cerimoniale. Esistono diverse scuole di pensiero sul ruolo e il significato del rituale. La prima, che potremmo definire quella del "razionalista scettico", vede nel rituale un'antica vestigia di superstizioni ormai passate, senza alcun potere o significato effettivo; la seconda, che Dion Fortune definisce "razionalista" ma che, per differenziarla dalla prima da me introdotta, potremmo definire "razionalista-antropologica" non nega il potere del rituale, ma lo lega a forze puramente inconsce e psichiche; la terza, che Fortune definisce la "credulona del pensiero occulto", attribuisce il potere del rituale esclusivamente a forze sovrannaturali, siano esse gli spiriti dei defunti, gli elementali, gli arcangeli e via dicendo. Vi è infine un'ultima corrente di pensiero, fondata dalla stessa Dion che "attribuisce i fenomeni prodotti dalle arti occulte dall'interazione di entrambi i fattori, unitamente a un'applicazione pratica intelligente di alcuni elementi di conoscenza esoterica riguardante la natura dell'universo. Questo punto di vista vorrei etichettarlo come la scuola metafisica del pensiero occulto" (Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana Editore, p. 79).
Secondo la scuola metafisica del pensiero occulto, o "occultismo metafisico", il potere del rituale risiede dunque nella mediazione tra forze psichiche inconsce, ataviche, e energie/intelligenze cosmiche. L'idea di Dion Fortune è che le entità anticamente contrassegnate come divinità, spiriti, elementali, dei e dee, siano intelligenze cosmiche che muovono, vivificano e contribuiscono al perpetuo formarsi della realtà donandole un ordine, un progetto, e che vengono antropomorfizzate dall'inconscio umano, che li personifica in "idoli" riconoscibili dalla nostra mente. Gli spiriti elementali, dunque, esistono; la forma con cui essi ci appaiono è però transitoria, legata alle strutture della nostra psiche.
A fare da mediatore tra questi due mondi è il simbolo, vero e proprio portale tra il mondo terreno e materiale e il mondo eterico e metafisico. E' attraverso il simbolo, ossia la nostra manifestazione delle intelligenze cosmiche, che possiamo cogliere l'archetipo che si nasconde dietro il velo del reale e, allo stesso tempo, risvegliare le energie inconsce, latenti nella nostra mente.
"Abbiamo quindi nella magia" scrive Dion, "un dispositivo per controllare le forze invisibili che sono dietro il mondo della forma come ci è noto; queste forze sono controllate liberando il corrispondente livello di coscienza dalla schiavitù del mondo della forma, ma allo stesso tempo la tengono sotto controllo, come un cavallo controllato dalle redini. La mente è liberata dall'addestramento alla meditazione, e tenuta sotto controllo per mezzo del cerimoniale" (Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana Editore, p. 82).
Come il letto di un fiume, il cerimoniale catalizza le energie che il mago cerca di risvegliare, per evitare che esse "esplodano", invasandolo e possedendolo. Dai suoi studi a psicologa Dion Fortune si era infatti accorta che le isterie nevrotiche sono molto simili ai casi di possessione demoniaca poiché, in entrambi i casi, ci si trova di fronte a un'energia, un daimon, che ha preso il sopravvento, non avendo trovato un argine abbastanza forte da contenerla, trascinando così con sé la psiche della persona.
Nel rituale, dunque, liberazione e controllo devono andare di pari passo; da qui derivano le regole ferree e minuziose, così difficili da seguire, ma fondamentali affinché la mente umana sia in grado di entrare in uno stato di concentrazione atto a sostenere le energie che vuole evocare.
Tre sono i requisiti principali secondo Dion Fortune: il potere di concentrarsi, il potere di costruire, con chiarezza, un'immagine attraverso l'immaginazione, il potere di lasciare spazio alla mente inconscia, mettendo da parte la coscienza ordinaria.
"Attraverso l'appello all'immaginazione del simbolismo della cerimonia, la coscienza e il subconscio sono messi in allineamento; c'è uno scorrimento diritto dell'energia; il dinamismo elementare della nostra natura è liberato dai livelli primitivi della mente, e allo stesso tempo è diretto dall'immagine tenuta in coscienza dall'immaginazione che si concentra su un dato simbolo" (Dion Fortune, Introduzione alla magia cerimoniale, Anguana Editore, p. 64).