Perché farsa e tragedia passeggiano sempre a braccetto sul sentiero della storia
La pagina Facebook di Salvini. Ogni giorno, migliaia di persone si ritrovano in questa agorà pubblica per discutere dei massimi sistemi del mondo; un luogo aperto a tutti, dove si respira il profumo della libertà e del dibattito culturale, degno dei Caffé settecenteschi.
I Like aumentano vertiginosamente; ogni post raggiunge migliaia di visualizzazioni e ciascun utente sente il bisogno irrefrenabile di dire la propria, di prendere posizione in questo dibattito che non si ferma mai.
Vediamo, allora, quali sono i principali temi di discussione, degni di simposi platonici.
Ma, prima di iniziare, una semplice precisazione. Ricordate che Salvini è il leader clemente che mette a disposizione il suo libero spazio, dunque ricordatevi di:
1) Chiamarlo con il suo epiteto preferito, "Capitano"
2) Cedergli la parola quando è il suo momento
3) Lasciatevi trasportare dall'emozione, aprite le porte del vostro cuore e lasciate parlare lui al vostro posto:
Prese queste precauzioni, possiamo iniziare ad addentrarci nel vivo dibattito culturale.
Il primo tema che incontriamo ha a che fare con il mondo dei trasporti; sulla pagina di Salvini sei out se non sei un amante dei motori.
Il mezzo preferito dai salviniani? La ruspa (anzi, la RUSPA, rigorosamente in maiuscolo). Ci sono più ruspe tra i commenti della pagina di Salvini che nei concessionari della CAT. E la loro è una scelta coraggiosa, in controtendenza, da veri combattenti. In un mondo in continuo movimento, in cui la parola d'ordine è "velocità", dove ciò che conta è avere tutto e averlo subito, i salviniani dicono: "ehi, un momento, dove andate così di fretta? Respirate, rilassatevi, godetevi la vita e il paesaggio dall'alto della vostra lenta e rumorosa RUSPA".
Il loro è un inno alla vita, alla tranquillità interiore.
Secondo argomento di discussione che accende gli animi degli intellettuali salviniani è il tema dell'immigrazione.
Il salviniano è internazionale, è un cosmopolita, un cittadino del mondo. Citando Cicerone: "la casa è lì dove sta il cuore".
Per questo desidera che ogni uomo possa avere la propria patria e che, preferibilmente, ci rimanga per coltivare le virtù della propria terra.
E coltivare la propria terra è importante; il salvinismo è impregnato dell'etica del lavoro protestante. "Chi non lavora non mangi", citando San Paolo.
Il salviniano è un uomo costantemente impegnato, che vive non per sé stesso ma per il suo prossimo e per la patria. Instancabile stacanovista, non sopporta le pause, la perdita di tempo, i parassiti della società che vivono senza far nulla. La povertà è soltanto una colpa, come giustamente si credeva nell'epoca vittoriana.
E chi, più di tutti, nella storia del nostro stivale incarna lo spirito italico di abnegazione, il piacere di essere produttivi e lavorare per il nostro paese?
Tra i salviniani aleggia una malinconia verso il passato degna degli Inni alla Notte di Novalis; l'utopia a cui si rivolge lo sguardo, espressione dei precedenti ideali, è ovviamente l'epoca di Zio benito, che con il suo amorevole sguardo ci guarda e ci protegge da lassù.
Ahh, zio benito. Quando c'era lui l'ItaGlia era un paese migliore (anzi, un "paese MEGLIO); ed è in sua memoria che i salviniani combattono per riportare il nostro paese tra le eccellenze politiche, economiche e culturali del mondo, contro l'ignoranza dilagante che si nasconde dietro a ogni colore.
Questi dunque sono le principali tematiche sulle quali dovrete informarvi se volete partecip... ah, no, e i Marò? Quasi li dimenticavo.
Bene, ora abbiamo tutti gli strumenti culturali per partecipare alla discussione. Si comincia!
Ops, mi sa che non ero abbastanza preparato.
Daniele Palmieri
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