Qualche giorno fa, ho brevemente introdotto sul blog la figura di Emanuele Franz, filosofo ed editore friulano, fondatore della Audax Edizioni, con la recensione di una delle sue opere: Le basi esoteriche della geometria frattale. Per una metafisica dell'albero.
Nato a Gemona del Friuli nel 1981, Emanuele Franz, come già ho avuto modo di anticipare, è un pensatore poliedrico in grado di spaziare in ogni campo del pensiero e di forma letteraria. Ed è con grande piacere, dunque, pubblico un'intervista da lui gentilmente rilasciatami.
Daniele Palmieri.: Come è avvenuto il tuo primo incontro con la filosofia?
Emanuele Franz: Quando ero bambino ricordo un episodio che ha deciso le
sorti della mia esistenza. Ero in gruppo di altri bambini nel giardino di una
grande residenza, di un castello. Io mi sono allontanato dal gruppo per andare
a cercare qualcosa nella penombra dei sotterranei infiniti e labirintici di
questo castello. Sentivo da fuori le voci preoccupate di chi mi cercava, mi
chiamavano. Avevo paura, vedevo uno scosceso labirinto di crocicchi, di stanze,
di ripostigli e corridoi dipanarsi davanti ai mio occhi di infante. Dall’altra,
dietro di me, la sicurezza degli amici, della famiglia, che mi chiamavano a sé.
Se non fossi rientrato mi avrebbero sgridato, avrei pagato lo scotto della mia
avventura con la disapprovazione di chi mi voleva bene, ma dall’altra, un buio
infinito mi chiamava, ero solo, ero terrorizzato, ma una Forza più grande di me
mi chiamava. Io Volevo sapere, volevo sapere cosa c’era in fondo a quei
cunicoli, a quei corridoi nascosti. A qualsiasi costo. In quel momento ho
rinunciato a qualsiasi sicurezza, a qualsiasi interesse personale, per sapere
cosa c’è al di là dell’ombra. Da quella scelta, non sono mai più tornato
indietro.
D.P.: Cos’è per te la filosofia e quale dovrebbe essere il suo
scopo?
E.F.: La filosofia per me è uno stato di decadenza, di
imperfezione, la filosofia non è il mio scopo. La filosofia è appunto questo
tunnel oscuro oltre al quale occorre procedere. Il filosofo è uno che brancola
nel buio, a tentoni, ma almeno questo suo brancolare è un atto di coraggio,
egli vede uno spiraglio là in fondo, è consapevole di essere cieco. Lo scopo è
arrivare alla consapevolezza che la luce non è in fondo a questo tunnel, ma tu
stesso, da te medesimo, sei la luce che può illuminarti. Ma per farlo, occorre
superare la filosofia stessa.
D.P.: Nelle tue opere principali, Le basi esoteriche della prospettiva, Le basi esoteriche della geometria frattale e Le basi esoteriche della microbiologia vi è un filo rosso che lega
ogni testo: l’esoterismo. Come è avvenuto l’incontro con il vasto e profondo
mondo dell’esoterismo?
E.F.: L’esoterismo, ovvero ciò che è interno, nascosto, è stato
per me una necessità. Le chiare forme che di tutti hanno il plauso e
l’approvazione sono l’involucro esterno di un interno che può essere molto
difforme dalla superficie. Un tempo Zeus divise un bue a metà e chiese a
Prometeo di scegliere quale metà fosse destinata all’uomo e quale agli Dei.
Così, astutamente, Prometeo prese le ossa e le parti scarte e le rivestì di
tenere e morbide succulente carni. Poi prese le carni migliori e le avvolse di
parti infrollite e dure. Chiese allora a Zeus stesso di scegliere e Zeus,
tratto in inganno dalla parte esterna migliore, venne ingannato. Così, in
metafora, ciò che appare comodo, agevole, nobile e bello, può anche rivelare il
marcio. E viceversa, la parte più dura, aspra, può portare alla parte più
autentica e vera. Il ciò è una allegoria della stessa conoscenza. La vera
conoscenza è nell’ombra, lastricata di rinuncia e lacrime.
D.P.: In particolare, ne Le
basi esoteriche della geometria frattale scrivi: L’ermetismo non deve essere l’oggetto dell’indagine ma il metodo
d’indagine. Questo concetto mi ha molto colpito; qual è il metodo
d’indagine dell’ermetismo e quale la sua importanza?
E.F.: Quello detto sopra. Il cercare ermetico, e in generale la
filosofia stessa, è un cercare nell’ombra e l’ombra non può essere assolutamente
l’oggetto dell’indagine, poiché nell’ombra si è ciechi, ed è assolutamente un
ossimoro, a mio parere, fare dell’ombra un oggetto ma è altresì evidente che
l’ombra deve essere radicalmente il metodo. Un viaggiare in periferia, ai
margini, a tentoni, uno smarrirsi
volontario, un naufragare, un perdersi, un volersi lasciare andare, un
voler morire, proprio per affondare oltre all’ombra.
D.P.: Quali sono i filosofi e gli esoteristi che più ti hanno
ispirato?
E.F.: Nietzsche, dopo il quale, per me, non c’è più filosofia. La
grecità in genere, dopo la quale, lo Spirito degli Dei, non si è più
manifestato in modo così vivo in nessuna
civiltà. Gli esoteristi mi hanno influenzato molto poco: pur avendone studiati
moltissimi, ne ho diffidato di tutti. Non sono esempi per me, prendo più
esempio dall’ignorante di tale materie, ma capace di scelte nobili, di atti di
lealtà, di sprezzo dell’interesse personale per un ideale, e questo, tante
volte, più che nei dottori, nei filosofi, nei santoni ed esoteristi, si ritrova
in uomini straordinari che vivono nell’ombra.
D.P.: Dopo la tua attività da scrittore, passiamo a quella da
editore. Come, quando e perché è nata l’idea di fondare l’Audax Edizioni?
E.F.: Nel settembre del 2007 mi sono rotto il crociato anteriore
del ginocchio. Dovevo stare mesi a riposo e in stampelle. Dopo settimane di
amarezza, depressione, e tristezza per non poter appagare una delle mie grandi
passioni, l’escursionismo in montagna, presi una decisione folle: scalare una
montagna in stampelle. Mi allenai per dieci giorni, modificai opportunamente le
stampelle, mi convinsi che pur con una gamba sola potevo arrivare a un
risultato così impensabile. Vi provai, a prezzo di grandi rischi e di una tendinite, e vi riuscii. Sulla
stampella scrissi sopra la parola “Audax”, quel giorno concepii la mia casa
editrice, che tutt’ora si chiama Audax.
D.P.: Il catalogo dell’Audax edizioni si contraddistingue, nomen omen, per l’audacia delle
pubblicazioni proposte, decisamente in controtendenza rispetto ai titoli
“richiesti” dal mondo editoriale contemporaneo. Come nasce la scelta dei titoli
da pubblicare e quali testi consiglieresti a chi, per primo, si approccia al
catalogo della tua casa editrice?
E.F.: Oltre al già lavoro di artigianato ( antimoderno e
antieconomico) del rilegare i libri a mano c'è anche la mia scelta dei temi
completamente fuori dai tempi. Le scelte dei temi avvengono sul filo conduttore
di proporre una alternativa al materialismo consumistico dominante, e, in
generale, ai temi dominanti scientisti. In altre parole cerco di oppormi e di
creare una resistenza all’imperialismo culturale dominante. Al filosofo e
cultore dell’ermetismo, indubbiamente, consiglierei le basi esoteriche della microbiologia,
summa di ben oltre otto anni di lavoro. Al meno esperto, il Monte Nous, un racconto allegorico di un monte fantastico
irraggiungibile, metafora della stessa conoscenza, un dialogo di due amici che
si propongono l’inaudito, quanto onirico, obiettivo di raggiungere la vetta di
questo monte mia raggiunto da nessuno, il Nous appunto.
D.P.: Passando ai progetti futuri e parlando sempre delle tue
opere e dell’Audax Edizioni, sta per uscire una tua nuova opera filosofica, La storia come organismo vivente.
Qualche anticipazione sull’argomento principale del libro?
E.F.: Sulla scia delle mie opere, vittime di un quanto eccentrico
senso della provocazione, questa volta, ancora una volta, rovescio i termini
del discorso. Il tempo, questo sconosciuto, abituati a vederlo e figurarlo come
qualcosa di astratto e fluente, forse evanescente, per dirla con Agostino, da
me viene visto come un corpo. Un organismo, con un peso, con degli organi. Amo
rovesciare le prospettive: se c’è una verità nell’universo questa non può
essere altrove che nel paradosso. Così nel tempo io vedo un corpo, nella storia
un organismo. I Greci? Il sistema nervoso. I Romani? Le arterie. Il
Rinascimento? Il cuore. L’illuminismo? I polmoni. E prevedo ancora due epoche a
venire. In modo che la storia, come organismo vivente, trovi la sua piena
maturazione.
Per approfondire le opere, il pensiero e l'attività editoriale di Emanuele Franz, è possibile consultare il sito della Audax Edizioni:
Daniele Palmieri
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