A quanto pare, quando sono sul Naviglio a scrivere non sono io a ricercare le storie ma sono le storie a venire da me.
Dopo il breve aneddoto sul pazzo e la filosofia, un'altra storia origliata quest'oggi mi porta a scrivere queste poche righe.
Ero sempre allo stesso tavolo da pic-nic dell'altro giorno; deve avere qualche campo magnetico particolare quel posto.
Tuttavia, oggi nessun pensionato con la voglia di attaccar bottone.
Questa volta si tratta di un trio di ragazzotti, massimo 17 anni, due maschi e una femmina.
Rap italiano quasi a palla, cappellini, canotte. La discussione ronza da una parte all'altra finché, a un certo punto, si approda - chissà come - sulle terre del Califfato per parlare dell'ISIS.
Uno dei ragazzi, che di certo ne sapeva, dice che l'ISIS in realtà non è una minaccia che oh, sono stati respinti (non ho sentito bene da chi) e che in realtà è tutta una farsa, probabilmente non esiste neanche. Ed era uno che ne sapeva perché, oh, aveva letto queste cose su un sito internet.
Prende parola la ragazza, la voce narrante della nostra storia, e racconta di una loro conoscente siriana che porta il velo.
Giustamente, è siriana e loro la chiamano "Siria". Ebbene, questa Siria non la racconta giusta con quel velo, e infatti - racconta la ragazza - ogni volta che la vedono le urlano "Siriaaa" e poi qualche battuta su ISIS, terrorismo e giù di lì.
Ma Siria è così supponente da ignorarli e non far caso ai loro coraggiosi insulti; ogni volta non li guarda e passa avanti. Ogni volta, tranne una - continua a raccontare la ragazza.
Erano proprio sul Naviglio quando tutto è accaduto; Siria era per i fatti suoi, ovviamente con il velo, e ovviamente la ragazza e i suoi amici passandole davanti non hanno potuto non urlare "Siriaaa" e poi qualche battuta su ISIS, terrorismo e giù di lì.
Tuttavia, questa volta è accaduto qualcosa di diverso; Siria li ha guardati e - stando al racconto della ragazza - si è messa a cantare qualcosa in una lingua strana - probabilmente arabo, dice sempre la nostra voce narrante.
Al che, ha poi versato nel Naviglio dell'acqua contenuta nella sua bottiglietta da mezzo litro, come se stesse celebrando qualche rito strano. Anzi, sicuramente stava celebrando qualche rito strano, forse una maledizione - dice la nostra voce narrante - e in effetti l'accaduto le ha lasciato addosso una certa inquietudine.
Ora, non posso dire con certezza cosa stesse pensando la nostra Siria, tanto meno in che lingua abbia parlato e che cosa abbia detto.
Ma mi piace credere che la nostra Siria abbia pensato: "Cià, proviamo a urlare qualche parola senza senso - parole che non esistono nemmeno - e fare qualcosa di altrettanto insensato. Magari questi ignoranti si prendono paura e mi lasciano andare in giro tranquilla, senza che le altre persone abbiano paura che io possa esplodere da un momento all'altro."
Daniele Palmieri
Daniele Palmieri
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