lunedì 3 settembre 2018

Come scegliere il mazzo di Tarocchi

1. Breve storia dei Tarocchi

I Tarocchi. Tutti, almeno una volta nella vita, li hanno sentiti nominare, e il solo citarli fa subito venire in mente, ai più, l'immagine di una cartomante seduta a bordo strada, con un lungo vestito dalle decorazioni floreali o geometriche, dei grandi orecchini, i tratti da gipsy e un mazzo di carte usurate posate su un tavolino malmesso di fronte a lei, pronta a leggere il futuro nelle loro immagini misteriose. 
Eppure, come tutte le immagini stereotipate, l'idea classica che si ha dei Tarocchi, della cartomanzia e della lettura delle carte è soltanto un velo superficiale che nasconde un mondo ben più vasto.
Cosa sono i Tarocchi? Quando nascono? E perché? Quanti mazzi esistono e chi li ha ideati? Come scegliere il primo mazzo di tarocchi?
Per chi si avvicina al vasto mondo dei Tarocchi e ha intenzione di comprare un mazzo, tali domande sono fondamentali ed è per questo che, in tale breve guida, accompagnerò il lettore in un breve excursus attraverso la storia dei Tarocchi e dei mazzi più famosi, per aiutarlo a orientarsi tra i centinaia di mazzi disponibili e per evitare di incappare in prodotti di scarsa qualità, sia dal punto di vista materiale sia dal punto di vista simbolico ed esoterico.
Partiamo con ordine, dunque, con qualche breve cenno sulla storia dei Tarocchi. Considerando che i Tarocchi più famosi sono i Tarocchi di Marsiglia, si potrebbe pensare che i Tarocchi siano nati in Francia, nel XVIII secolo, età in cui i Tarocchi Marsigliesi iniziano a essere prodotti e, allo stesso tempo, secolo in cui iniziano a fiorire le interpretazioni cartomantiche più famose. 
In realtà, la storia dei Tarocchi è ben più antica e risale ad almeno tre secoli prima, alla fine del XV secolo, in territorio nostrano. E' in Italia, sul finir del Medioevo, che nascono i primi mazzi di Tarocchi, quando ai semi tradizionali (che in seguito verranno chiamati "Arcani Minori) si iniziano ad aggiungere un insieme di carte, dalle 22 alle 24, soprannominate "Trionfi" (gli attuali Arcani Maggiori). Mentre i semi erano di derivazione araba ed erano iniziati a circolare in Europa tra il XIII e XIV secolo, i Trionfi sono un raffinato prodotto dell'arte e della miniatura medievale. Tra le prime famiglie a commissionare la rappresentazione delle 22 carte dei Trionfi vi furono i Visconti, e proprio il mazzo dei Visconti è uno dei più antichi pervenuto fino a noi. I Trionfi non nascono come semplici carte da gioco; non che questo aspetto non fosse presente e, anzi, proprio il gioco dei Tarocchi, a metà tra gli scacchi e i giochi di carte, permetterà la diffusione dei mazzi in tutta Italia, ma essendo i primi mazzi delle vere e proprie opere d'arte, vi fu, dietro a essi, un grande studio simbolico ed è da qui che deriva la grande profondità esoterica degli Arcani Maggiori, che possono essere considerati come un vero e proprio compendio dell'arte, della simbologia, della teologia, dell'esoterismo, della filosofia e della religione medievale.
Come dicevo, i Tarocchi divennero una vera e propria "moda artistica" in Italia, e le famiglie nobiliari iniziarono a competere per produrre i mazzi più belli. Nei secoli successivi, con l'invenzione di tecniche di stampa a basso costo, il gioco si diffuse anche tra le fasce meno abbienti e anche nel resto d'Europa. Paradossalmente, quando l'interesse nei confronti dei Tarocchi inizia a decrescere in Italia, raggiunge il suo apice in Francia, verso il XVIII secolo, e, per la grande richiesta, a Marsiglia nasce la prima, grande, "industria" di Tarocchi, i famosi Tarocchi di Marsiglia. Furono proprio due francesi, Court de Gebelin (a cui ho dedicato un articolo) e Etteilla, a diffondere al grande pubblico l'arte della cartomanzia. Come accennato in precedenza, i Tarocchi nel Medioevo non nascono solo come gioco, ma anche come opera d'arte e come compendio della conoscenza simbolica medievale; molti letterati, come Aretino e Folengo, iniziarono a leggere metaforicamente le illustrazioni dei Trionfi (o Arcani Maggiori) come rappresentazione dei caratteri e delle sorti degli uomini, e, sebbene in misura minore, alcune testimonianze, come un elenco di significati simbolici ritrovato a Bologna, attestano perfino un utilizzo cartomantico antecedente alle opere di Gebelin ed Etteilla. Tuttavia, furono questi due autori a diffondere l'utilizzo dei Tarocchi a scopo divinatorio ad ampie fasce di pubblico, diffondendo una nuova moda in tutta Europa. Sulla loro scia, diversi autori, dal XIX al XX secolo, inizieranno a interpretare e modificare l'iconografia dei Tarocchi sulla base della simbologia ermetica ed esoterica e, solo per citare i più importanti e influenti, tra essi vi furono Papus, Levi, Wirth, Cowley, Waite e, più vicino ai nostri giorno, Garet Knight e Jodorowsky.
Come si sarà potuto intuire, la storia rocambolesca dei Tarocchi, il loro rimaneggiamento nel tempo e la molteplicità di interpretazioni esoteriche hanno creato una grande varietà di mazzi, che si sono moltiplicati a vista d'occhio negli ultimi anni sulla scia della New Age. 
Perciò è importante avere una minima infarinatura storica sull'origine del mazzo che si sta acquistando, poiché ciascuno di essi è figlio della propria epoca storica e del proprio creatore, e la simbologia di ognuno di essi, benché parta da alcuni archetipi ricorrenti, è fortemente influenzata dall'interpretazione esoterica alle sue spalle, che può influire fortemente sulla lettura.


2. Come scegliere il mazzo di Tarocchi

Dopo questo lungo quanto necessario preambolo, addentriamoci ora nel variegato mondo dei mazzi di Tarocchi e iniziamo a delineare alcune linee per la scelta. 
Il primo consiglio è quello di iniziare ad approfondire lo studio dei simboli prima ancora di acquistare il mazzo; a tal proposito, la bibliografia sui Tarocchi è sterminata, tuttavia consiglio di non limitarsi soltanto alle letture specifiche, dedicate all'argomento, che spesso riportano, stile copia-incolla, i medesimi significati, ma di spaziare nell'approfondimento della simbologia in generale. 
Per quanto riguarda i libri specifici sui Tarocchi, personalmente consiglio Il Simbolismo dei Tarocchi di Ouspensky edito da Tlon (che ho recensito qui), Il Segreto dei Tarocchi di Andrea Pellegrino edito da Libraio Editore, Il Gioco dei Tarocchi di Gebelin edito da Castelvecchi, Tarocchi e Magia di Karet Knight edito da Spazio Interiore e l'intramontabile I Tarocchi di Wirth edito Edizioni  Mediterranee; per quanto riguarda gli studi sulla simbologia, consiglio Il Simbolismo Ermetico di Wirth, La Tradizione Ermetica di Evola (entrambi editi da edizioni Mediterranee) e Il Dizionario dei Simboli di Chevalier, edito da Bur.
Questo lavoro di approfondimento preliminare è essenziale poiché, benché il simbolo sia una realtà interiore, esso nasce da una sorta di soggettività interpersonale, in bilico tra oggettività e soggettività, l'inconscio collettivo junghiano. Nei Tarocchi ricorrono decine di archetipi e simboli tradizionali, che formano un vera e propria "lingua" che è fondamentale imparare per riuscire a leggere i messaggi nascosti dietro le figure.
Passando alla scelta del mazzo, come dicevo, al giorno d'oggi esistono centinaia di mazzi di Tarocchi, di ogni tipo. Per quanto mi riguarda, mi ritengo un "purista"; prediligo i mazzi tradizionali, con una lunga storia alle spalle, poiché penso che veicolino una conoscenza collettiva sedimentatasi negli anni che arricchisce le carte di una molteplicità di significati simbolici, partoriti dall'inconscio collettivo che, inconsapevolmente, vi ha lavorato; una profondità che difficilmente può essere eguagliata da un mazzo creato ad hoc da una sola persona, soprattutto se si parla della molteplicità di mazzi "New Age" o "commerciali", nati dalle mode del momento. Come vedremo in seguito, tuttavia, ho anche inserito dei mazzi creati da artisti e pensatori del XX e XXI secolo che ritengo particolarmente validi, proprio perché affondano le loro radici in sistemi esoterici e simbologie ben più antichi.
Il secondo suggerimento è, dunque, quello di evitare i prodotti troppo commerciali e, soprattutto per il primo mazzo, di orientarsi verso i mazzi più tradizionali, per iniziare a familiarizzare con gli Arcani Maggiori archetipici, che ricorrono in tutti i mazzi derivati. In seguito, troverete una lista di consigli, stilata a partire dai mazzi che ho acquistato, con la quale potrete orientarvi.
Il terzo suggerimento, meno "razionale", è quello di scegliere il mazzo con il quale vi sentite più affini. Benché in ogni mazzo ricorrano sempre i 22 Arcani Maggiori tradizionali, con alcune variazioni grafiche, l'impatto soggettivo dei simboli rappresentati è molto soggettivo, essendo il simbolo un prodotto dell'interiorità umana. Può essere che lo stile grafico di alcuni mazzi non sia in grado di creare un'affinità con il proprio "io" interiore e, in tal caso, potrebbe risultare difficile rintracciare il significato dietro il velo dei simboli, e dunque la risposta alle proprie domande, mancando la "connessione" tra i due interlocutori. I simboli sono come un linguaggio; si deve essere in grado di trovare il mazzo che "parla" la medesima lingua della nostra simbologia interiore.
Ci si informi, preliminarmente, sullo stile simbolico dei diversi mazzi e, osservando attentamente gli Arcani Maggiori, si cerchi di capire se essi sono in grado di comunicare con la propria interiorità, se ci trasmettono significati, impressioni, emozioni, intuizioni. La grammatica dell'archetipo è sempre la stessa; a variare è la simbologia di ognuno, e bisogna dunque essere in grado di trovare il mazzo che parla la nostra lingua interiore.
Il quarto suggerimento, soprattutto per la scelta del primo mazzo, è quello di non orientarsi su Tarocchi visivamente troppo ricchi e complessi; si potrebbe pensare che un simbolo sia tanto più ricco quanto più complesso. In realtà, l'enigmaticità del simbolo risiede proprio nella sua semplicità e nella sua apparente immediatezza; i simboli più ricchi di significati sono quelli più semplici, mentre quelli troppo ricchi di particolari rischiano di divenire troppo espliciti e, dunque, più limitati. Lo stesso vale per i mazzi di Tarocchi; è meglio orientarsi sui mazzi esteticamente più semplici, poiché figure troppo complesse potrebbero rendere troppo difficile l'interpretazione e, paradossalmente, potrebbero limitare il significato delle singole carte a una sola chiave di lettura.
L'ultimo suggerimento pratico, prima della scelta del mazzo, è quello concernente l'uso che se ne intende fare. Si pensa che l'unico uso dei Tarocchi sia quello della cartomanzia; in realtà, come accennato nella ricostruzione storica, i primi Tarocchi non nacquero per questa finalità, ma come pezzi d'arte e come compendio delle conoscenze simboliche. Tuttavia, proprio perché i loro simboli sembrano racchiudere ogni aspetto della realtà, l'uso divinatorio nacque quasi spontaneamente. Ma i Tarocchi sono anche un ottimo strumento di meditazione; contemplarne i simboli, riflettere sul loro significato e su ciò che le immagini comunicano alla nostra interiorità, cercare le corrispondenze tra noi e le carte, sono ottimi esercizi meditativi per conoscere se stessi e approfondire l'enigmatico mondo della simbologia interiore. Ed è per questo che bisogna distinguere tra cartomanzia, l'uso divinatorio delle carte, dalla tarologia, l'uso psicologico dei tarocchi per approfondire la propria interiorità. Ogni mazzo può essere utilizzato in entrambi i modi, ma, come vedremo in seguito, alcuni sono più consoni alla cartomanzia e altri alla tarologia. 
Passando ora ai consigli sulla scelta, ecco alcune informazioni sui mazzi principali che, per tradizione, simbologia, significati esoterici mi sento di consigliare. Partirò con ordine, a partire dai mazzi più antichi fino a quelli più recenti, e cercherò di soffermarmi sulle loro peculiarità in modo che il lettore possa rispecchiarsi nel mazzo a lui più affine.

3. I principali mazzi di Tarocchi

L'ultima indicazione generale, prima della scelta del mazzo, è quella riguardante la divisione delle carte. Si è già accennato alla presenza di due "gruppi" di carte, gli Arcani Maggiori e gli Arcani Minori. Con Arcani Maggiori si intende i 22 Trionfi, le carte che vanno dallo 0 al XXI e che, generalmente, rappresentano in ordine sparso): Matto, Bagatto, Papessa, Papa, Imperatore, Imperatrice, Torre, Appeso, Giudizio, Morte, Forza, Temperanza, Giustizia, Temperanza, Eremita, Innamorato, Stelle, Sole, Luna, Mondo, Ruota della Fortuna, Diavolo; alcuni nomi potrebbero variare in base al mazzo, ma tendenzialmente questo è l'archetipo di base. Il secondo gruppo è quello degli Arcani Minori; i quattro semi più fanti, regine e cavalieri. Il numero delle carte e il tipo di semi potrebbe variare in base al mazzo, così come le illustrazioni. Siccome in gran parte dei mazzi gli Arcani Minori non sono illustrati, si tende a utilizzare soprattutto gli Arcani Maggiori, in particolari quando si è agli inizi. Come anticipato, tuttavia, alcuni mazzi sono stati pensati specificatamente per l'uso o tarologico o cartomantico e, in tal caso, anche gli arcani minori potrebbero essere illustrati.
Personalmente, prediligo l'utilizzo dei soli Arcani Maggiori, poiché ritengo che, con la loro ricchezza espressiva, bastino a compendiare tutte le esperienze che, in vita, un uomo potrebbe vivere. Detto ciò, passiamo alla descrizione sintetica dei mazzi.

I Tarocchi dei Visconti

E' il mazzo di Tarocchi più antico; ripubblicato in una splendida edizione dorata, è senz'altro uno dei più artistici in circolazione, nonché uno dei più fedeli ai primi Trionfi rappresentati. Si compone degli Arcani Minori e degli Arcani maggiori, ma soltanto questi ultimi sono illustrati.
Benché le rappresentazioni siano artisticamente meravigliose, i 22 Arcani Maggiori qui rappresentati non hanno ancora vissuto il "rimaneggiamento" dei secoli a seguire e, di conseguenza, la loro simbologia è molto legata al contesto storico medievale, in particolare a quello della  corte dei Visconti ed è per questo che, a volte, le immagini rappresentate non possiedono la medesima ricchezza espressiva dei mazzi successivi e potrebbe risultare difficile entrare in sintonia con il loro significato. Tuttavia, resta uno dei mazzi più belli sul mercato, senz'altro di grande impatto visivo, ottimo da usare sia per la cartomanzia sia per la tarologia, ma richiede uno studio più approfondito rispetto agli altri mazzi, poiché non sempre la simbologia è intuitiva.

Il Tarocco Siciliano

Nato nel XVII secolo in Sicilia, Il Tarocco Siciliano è poco conosciuto e poco
usato come mazzo divinatorio o tarologico, ma è senz'altro uno dei miei preferiti. Risente dello spirito della Controriforma e, infatti, ci sono molte variazioni rispetto all'iconografia tradizionale, che tuttavia rimane sempre di sfondo. Giove e Minerva prendono il posto di Papa e Papessa, il Diavolo scompare, si aggiungono la Miseria e La Caravella, Sole e Luna sono molto diversi, meno "paganeggianti", rispetto agli altri mazzi, l'Appeso non è più fissato per i piedi ma per il collo, solo per citare le variazioni più importanti. 
Nonostante ciò, lo trovo un mazzo molto espressivo, anche negli Arcani Minori, benché i semi non siano illustrati e nonostante gli Arcani Maggiori siano esteticamente molto semplici. Come accennato in precedenza, è proprio la loro semplicità a renderli così espressivi. 

Il Tarocco Bolognese

Altro mazzo di lunga tradizione italiana, contiene sia gli Arcani Minori sia gli Arcani Maggiori, ma solo quest'ultimi sono illustrati. Presenta sostanzialmente gli arcani maggiori tradizionali, con leggere variazioni. Le immagini sono disposte "a specchio", e non è dunque possibile variarne il significato in base al dritto o al rovescio. La rappresentazione degli Arcani Maggiori è molto schematica, forse troppo rispetto al Tarocco Siciliano e, personalmente, non mi sento particolarmente in sintonia con questo mazzo, che ritengo troppo asettico sia per la tarologia sia per la cartomanzia.

I Tarocchi di Marsiglia

Il mazzo di Tarocchi più conosciuto e, probabilmente, il migliore da cui iniziare.
Contiene sia gli Arcani Minori, non illustrati, sia gli Arcani Maggiori "canonici" nelle loro rappresentazioni più conosciute. E' forse il mazzo di Tarocchi ideale, poiché vive dei trecento anni di storia e di "affinamento" dei simbolo che ha permesso di sedimentare, nelle sue immagini, molteplici e ricchi significati simbolici derivanti dal lavoro dell'inconscio collettivo, e non da quello delle singole personalità. Si trova sia a sfondo colorato sia a sfondo bianco; io possiedo i primi, ma trovo il secondo esteticamente più bello. Ottimo da usare sia a scopo divinatorio sia a scopo tarologico, per la grande versatilità degli Arcani Maggiori.

I Tarocchi di Wirth

Il primo mazzo di Tarocchi non si scorda mai; i Tarocchi di  Wirth furono il mio primo mazzo e ricordo ancora il grande impatto emotivo che provai quando stesi tutte e 22 le carte di fronte a me. Sentivo che ognuna di esse mi guardava, comunicandomi un segreto nascosto in una lingua che, tuttavia, non ero ancora in grado di capire. A oggi, rimane uno dei miei preferiti. Contiene solo i 22 Arcani Maggiori e si può trovare sia singolarmente sia in allegato a "I tarocchi" di Wirth, edito da Edizioni Mediterranee. Gli Arcani Maggiori sono gli stessi dei Tarocchi di Marsiglia, ma con alcune variazioni grafiche derivanti dallo stesso Wirth e dalla tradizione esoterica a lui connessa, che tuttavia non cambiano il significato degli arcani ma, anzi, ne sottolineano alcuni aspetti simbolici. Ogni carta è inoltre associata a una lettera dell'alfabeto ebraico.
Ottimo mazzo sia per la cartomanzia sia per la tarologia, tanto per i principianti quanto per gli esperti, soprattutto se si abbina al libro dello stesso Wirth.

I Tarocchi Rider Waite

Uno dei mazzi più conosciuto a livello internazionale e il primo qui analizzato
creato "ad hoc", seppur a partire dalla simbologia tradizionale, dall'esoterista Waite e dall'artista Pamela Smith. Creato nel XX secolo, fu il primo mazzo in cui anche gli Arcani  Minori vennero illustrati e anche gli Arcani Maggiori presentano molte variazioni grafiche, ispirate alla tradizione simbolica esoterica ottocentesca e novecentesca, che variano di molto il significato di alcune carte, anche nella terminologia; "Il Bagatto", ad esempio, è qui chiamato "Il Mago", e "Il Papa" e "La Papessa" "Lo ierofante" e "La sacerdotessa". La simbologia delle carte è molto ricca, forse anche troppo, ma per la loro originalità gli Arcani Minori sono molto affascinanti anche se, forse, rendono la lettura troppo ridondante, poiché almeno personalmente ritengo che gran parte dei significati da loro espressi siano già impliciti negli Arcani Maggiori. 
Mazzo studiato appositamente per la cartomanzia, si sposa tuttavia anche con la tarologia. 

I Tarocchi di Crowley

Uno dei mazzi più artistici e visivamente potenti mai creati. Nato dalla mente di
Aleister Crowley, occultista inglese, e dal pennello dell'artista Lady Harris, i Tarocchi di Crowley sono tra i più originali e artistici in circolazione. A partire dalle sue grandi conoscenze esoteriche, Aleister Crowley ci lavorò con Lady Harris per cinque anni per via epistolare, descrivendo minuziosamente ogni carta, dagli Arcani Maggiori agli Arcani Minori. In questo mazzo, anch'essi sono illustrati e a ognuno di essi è associata una parola simbolica.  In generale, ogni carta è una vera e propria opera d'arte e un crogiolo di simboli e sarebbe possibile scrivere un libro su ogni arcano. E' un mazzo adatto solo a tarologi e cartomanti esperti, poiché richiede, oltre alla conoscenza simbolica, anche la conoscenza del sistema di pensiero crowleyano, essendoci molte variazioni sia nell'estetica sia nella denominazione degli arcani maggiori direttamente legate alla filosofia/religione di Crowley. 

Il Gran Tarocco Esoterico

Mazzo del XXI secolo, poco conosciuto, ma che rappresenta un ottimo connubio tra tradizione, esoterismo e modernità. Il mazzo si ispira ai Tarocchi di Marsiglia, ma ci sono molte variazioni sia grafiche sia terminologiche rispetto al tarocchi tradizionali, ispirate al mondo dell'esoterismo. Al contrario dei tarocchi di  Crowley e di Waite, tuttavia, la ricchezza simbolica è accompagnata alla semplicità estetica delle figure, ispirata ai tarocchi "grezzi" del XVI, XVII e XVIII secolo. Vi è sottesa una grande ispirazione alla natura e agli elementi naturali, che personalmente trovo molto affascinante, e che sembra scaturita dai grandi archetipi inconsci nati dal rapporto misterico uomo-natura. Anch'essi richiedono una buona conoscenza del mondo dell'esoterismo, poiché alcuni Arcani Maggiori presentano delle variazioni estetiche che ne cambiano completamente il significato rispetto a quelli più conosciuti. Per difficoltà interpretativa, lo ritengo un mazzo intermedio tra il Tarocco Marsigliese e il Rider Waite, ed è ottimo sia per la tarologia sia per la cartomanzia. 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi saperne di più sul mondo dei Tarocchi, puoi acquistare il mio libro: I Tarocchi e la Tradizione Iniziatica, edito da Tlon Edizioni 


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Daniele Palmieri

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