sabato 24 febbraio 2018

Ouspensky: Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell'occultismo

P. D. Ouspensky, filosofo, matematico ed esoterista russo vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, fu una delle personalità di spicco della spiritualità novecentesca, in grado di coniare pensiero analitico e misticismo, psicologia e spiritualità e, soprattutto, ebbe il merito di diffondere (senza sminuire) il pensiero di Gurdjieff grazie all'opera Frammenti di un insegnamento sconosciuto.
Studioso di simbologia esoterica e occulta, si occupò anche di uno degli argomenti su cui specularono i principali esoteristi ottocenteschi: i Tarocchi.
Papus, Levi e Wirth sono solo tre dei grandi nomi che tentarono di sviscerare il significato simbolico dei Tarocchi, che fino al XVIII secolo furono visti, dal grande pubblico, soltanto come un semplice mazzo di carte. Questi esoteristi ebbero il merito di focalizzare l'attenzione sulla ricca, profonda e misteriosa simbologia dei 22 Trionfi (poi definiti "Arcani maggiori"), ma, soprattutto Papus e Levi, volarono eccessivamente con la fantasia, attribuendo fittizie e imbrobabili origini egizie alle 22 figure.
Sebbene il testo di Wirth (I Tarocchi) rimanga insuperato, nella vastità di analisi simboliche offerte e nella sua ponderata capacità di giudizio che non lo fece cadere negli eccessi di fantasia di Papus e Levi, la breve opera di Ouspensky sull'argomento merita di essere letta, poiché si tratta di un'ottima introduzione al mondo dei tarocchi.
Il testo in questione è Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell'occultismo nelle figure e dei numeri, edito in Italia da Tlon Edizioni, un pamphlet che proprio a partire dalla critica degli esoteristi ottocenteschi tenta di penetrare nel mistero dei 22 Arcani maggiori.
Rispetto ai nomi citati in precedenza, Ouspensky è molto più ponderato e oggettivo nel valutare la storia e l'origine dei tarocchi; a partire dalla scarsità di informazioni a riguardo, non possono che essere considerati un prodotto del medioevo europeo. Tuttavia, lungi da sminuire la loro portata filosofica, è proprio questa origine prettamente medievale ed europea a dare ai tarocchi la loro grande profondità. I 22 arcani maggiori sono infatti un vero e proprio libro filosofico che condensa il più profondo pensiero alchemico, astrologico, teologico ed ermetico del medioevo. Nella loro ricchezza espressiva, sono paragonabili alle tavole di Raimondo Lullo, degli strumenti conoscitivi inventati da uno dei più grandi pensatori medievali che consistevano nel rappresentare l'intero cosmo, in cerchi concentrici, attraverso l'impiego di simboli e immagini che, combinati tra loro, potevano così produrre nuove conoscenze e rendere conto di tutte le possibili relazioni esistenti nell'universo.
Allo stesso modo, ogni arcano maggiore è una lettera di questo alfabeto simbolico e, combinati tra loro, sono in grado di aprire all'uomo le porte di una conoscenza sovrarazionale, ancora più profonda rispetto alla conoscenza logico-linguistica poiché il simbolo è in grado di parlare direttamente al Sé più profondo, senza la mediazione delle categorie mentali che ci imprigionano.
La lettura dei tarocchi non è dunque un mero strumento di divinazione, ma la disposizione e lo studio delle relazioni tra i diversi simboli permettono all'uomo di intraprendere un percorso iniziatico all'interno della propria interiorità; una discesa in questo territorio sconosciuto che si dispiega di fronte ai nostri occhi nel momento in cui siamo in grado di individuare le relazioni tra le carte e capire cosa esse ci stanno comunicando, e perché ci comunicano proprio quei significati.
A tal proposito, è proprio la seconda parte del testo a fornire un esempio pratico di questa lettura dell'interiorità. Dopo l'introduzione teorica generale, infatti, Ouspensky analizza i 22 arcani maggiori senza descrivere, in maniera "manualistica", i simboli delle carte, ma dando voce ai simboli stessi e narrando un racconto iniziatico che si dispiega attraverso le figure.
Un viaggio che ogni persona dovrebbe intraprendere, seguendo l'invito che la Papessa suggerisce allo stesso ouspensky:
 

"Per entrare nel Tempio, è necessario sollevare il secondo velo e passare tra le due colonne. Per farlo, è necessario ottenere il possesso delle chiavi, leggere il libro e comprendere i simboli. La conoscenza del bene e del male ti aspetta. Sei in grado di farlo?" (Ouspensky, Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell'occultismo, Tlon Edizioni, p. 86).

 
Ouspensky, Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell'occultismo, Tlon Edizioni
 
Daniele Palmieri

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