domenica 13 marzo 2016

Il Philobiblon di Riccardo de Bury: un'appassionata lode d'amore ai libri


"Da quello che abbiamo detto, deduciamo un corollario che a noi piace, ma che pochi, crediamo, sono disposti ad accettare: è evidente che nessuna ristrettezza debba impedire l'acquisto dei libri, quando si abbia il necessario per farlo [...] perché se il prezzo dei libri è determinato solo dalla saggezza, che rappresenta un tesoro infinito per gli uomini, e se il valore dei libri è tale da non potersi esprimere a parole, come si deduce dalle premesse fatte, come potremmo definire caro il prezzo, quando quel che si acquista è un bene infinito?Perciò i libri bisogna comprarli con piacere e venderli malvolentieri, come ci esorta Salomone: "La verità comprala e la Sapienza non venderla"
[Riccardo de Bury - Philobiblon]

Un libro scritto in lode ai libri che, con un geniale argomento, giustifica ogni singolo centesimo speso in libri (lavando la coscienza degli assidui frequentatori di librerie). Cosa potrebbe chiedere di meglio un appassionato bibliofilo (come me)?
Dovrebbe bastare questo breve passaggio a spingere ogni lettore che si rispetti ad aggiungere alla sua libreria il Philobiblon, un'orazione in lode ai libri scritta da Riccardo de Bury, bibliofilo inglese e abile ricercatore di tomi rari vissuto nel XIV secolo, il cui intento era quello di esortare le alte cariche ecclesiastiche a fondare una biblioteca liberamente consultabile presso l'università di Oxford.
Tuttavia il Philobiblon non è solo questo, ma molto di più: è un testo dalle molte facce, a tratti di un'attualità spaziante. Con una prosa semplice, lineare ma allo stesso tempo enfatica, a tratti irriverente e spesso ironica, a metà tra il serio e il faceto, Riccardo de Bury conduce il lettore nel mondo delle antiche biblioteche medievali tanto care a Borges e Umberto Eco, delineando l'universo variegato di monaci, studenti, ricercatori, libri rari e preziosi che ruotava intorno a esse.

Nell'ottica del monaco benedettino inglese il Libro rappresenta il sacro scrigno della Sapienza, bene prezioso più di ogni altro poiché permette di conservare e trasmettere ai posteri le conoscenze apprese dalle grandi menti del passato, che inevitabilmente andrebbero perdute se non esistessero le pagine bianche su cui imprimerle con l'inchiostro nero. Il Libro diventa così un'estensione della mente dell'uomo, che gli permette di ampliare i suoi confini e di avere una conoscenza infinita, sempre a portata di mano, ed è chiaro che, come riporta la citazione precedente, esso è un oggetto dal valore inestimabile, poiché non v'è nulla che valga come la Sapienza, la quale permette all'uomo di avvicinarsi alla mente di Dio.

Ne consegue che l'amore dei bibliofili nei confronti dei libri non potrà mai essere smisurato, così come non sono insensati i loro sforzi nel difendere e conservare questo oggetto tanto fragile quanto prezioso. Da questo punto di vista, Riccardo de Bury ne ha per tutti e si scaglia, senza esclusione di colpi, contro ogni nemico della carta stampata: la cieca guerra che distrugge ogni cosa che incontra sul suo cammino, i monaci che al sacro calice dei libri preferiscono quello del vino, gli ordini mendicanti  avidi di guadagno che ritengono l'acquisto di libri spesa inutile, gli studenti lazzaroni che non comprendono quale grande fortuna sia sfogliare le pagine di un codice, le persone che non hanno alcun rispetto nei confronti dei tomi delle biblioteche e che li rovinano addormentandovisi o mangiandovi sopra, strappandone i bordi bianchi per rubare la carta (all'epoca bene caro), sfogliando le pagine con le mani sporche e unte, lasciandoli aperti a prendere polvere o aprendoli senza ritegno rovinandone la rilegatura; insomma, tutte azioni che, a centinaia di anni di distanza, fanno ancora rabbrividire gli appassionati bibliofili che tengono in gran cura ogni singolo volume della propria libreria.

Tuttavia, l'aspetto più sorprendente del Philobiblon di Riccardo de Bury non è certo la passione nei confronti del libro come oggetto materiale, bensì l'intento umanistico che sta alla base dell'intera orazione. Come anticipato in precedenza, la finalità del bibliofilo inglese era quella istituire una biblioteca nell'università di Oxford poiché, per lui, i libri sono il simbolo dell'essenza stessa dell'uomo. La biblioteca diventa dunque un luogo di incontro spirituale, che deve racchiudere, preservare e difendere ogni testimonianza del pensiero umano, finanche i testi contrari alle sacre scritture, per permettere la trasmissione del sapere. Un sapere che deve essere alla portata di tutti e che deve essere condiviso pubblicamente, poiché ciò che accomuna l'uomo a Dio è proprio il Verbo, la Parola.
In definitiva, il Philobiblon è una testimonianza preziosa, che tutti dovrebbero leggere. Non soltanto, dunque, i bibliofili per ritrovare una testimonianza molto vicina alla loro passione e per saperne di più sulla storia del libro, ma ogni persona per sfatare il pregiudizio di un medioevo all'insegna dell'ignoranza e, soprattutto, per comprendere il valore di una delle invenzioni più importanti della storia, che nessun altro veicolo di informazioni potrà mai eguagliare.

Riccardo de Bury, Philobiblon, edito in Italia da La vita felice (casa editrice milanese per veri bibliofili!).

Daniele Palmieri

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