Iginio Ugo Tarchetti è stato uno degli esponenti di spicco della Scapigliatura milanese, movimento letterario nato nella seconda metà dell'Ottocento a partire dall'esempio della vita e delle opere di Cletto Arrighi.
La Scapigliatura fu un movimento letterario estremamente innovativo e anticonvenzionale; in un'epoca in cui si stava definendo una sorta di canone letterario italiano, dalle tinte patriottiche, a tratti moralistiche, che tendeva a unificare tanto la lingua quanto la cultura degli italiani, la Scapigliatura fu una voce fuori dal coro. Sull'esempio dei Bohemien parigini, gli scapigliati vivevano una vita al limite, ai margini della società; facevano dei caffé, dei parchi, dei marciapiedi la loro casa, e narravano storie di vita comune, ispirate alle loro stesse vicende, sempre in bilico tra il realismo e il fantastico, con una grande influenza del simbolismo e della narrativa gotica alla Edgar Allan Poe.
Tarcheti si inserisce a pieno regime in questo filone narrativo, e nel suo unire fantastico, realistico, gotico e grottesco può essere considerato non solo uno degli esponenti più importanti della Scapigliatura, ma un Edgar Allan Poe nostrano che tanto nella vita quanto nelle opere portò alla luce quell'aspetto ineffabile e oscuro della condizione umana. Un'oscurità grottesca, sia inquetante sia ironica, che alberga tanto nell'animo degli uomini tanto in quelle incrinature nel cosmo che non riusciamo a spiegarci, e che riflettono una natura sconosciuta, in cui a regnare non è la razionalità ma un principio sconosciuto.
La presa di coscienza di questa realtà "altra" dà vita al sentimento del perturbante, indagato in tutte le sue sfaccettature in Storia di una gamba e altri racconti fantastici, recentemente riedito da Eretica Edizioni (con una mia introduzione e post-fazione). Il perturbante è un sentimento di straniamento che nasce nell'uomo quando, in una realtà ordinaria, si verifica un evento straordinario, che non può essere spiegato con i canoni consueti della ragione.
E' quello che capita al protagonista di "Storia di una gamba" che, a seguito della perdita della gamba in guerra, inizia a vivere un tormento interiore causato da una sensazione stritolante di "oblio". Egli infatti percepisce che la gamba ha varcato anzitempo la soglia verso l'al di là, e lui stesso si sente dunque dilaniato tra il mondo sensibile e il mondo ultraterreno, quasi fosse vivo e morto allo stesso tempo, in una terra di confine che disturba e porta alla pazzia proprio perché incomprensibile, incerta.
Tarchetti riscopre, con i suoi racconti, il potente significato simbolico che certi oggetti, eventi o parti del corpo (come nel caso della gamba) sono in grado di esercitare sulla mente dell'uomo la quale, lungi dall'essere un calcolatore razionale, cova in sé il seme della follia, che altro non è se non una nuova prospettiva della realtà. Follia che può essere innescata proprio da tali oggetti simbolici che attivano dei meccanismi psicologici rimossi. Come scrive l'autore nel preambolo de I Fatali:
"Esistono realmente esseri destinati ad esercitare un'influenza sinistra sugli uomini e sulle cose che li circondano? E' una verità di cui siamo testimonii ogni giorno, ma che alla nostra ragione freddamente positiva, avvezza a non accettare che i fatti i quali cadono sotto il dominio dei nostri sensi, ripugna sempre di ammettere. Se noi esaminiamo attentamente tutte le opere nostre, anche le più comuni e le più inconcludenti, vedremo nondimeno non esservene una da cui questa credenza ci abbia distolti, o a compiere la quale non ci abbia in qualche maniera eccitati. Questa superstizione entra in tutti i fatti della nostra vita" (Tarchetti, Storia di una gamba e altri racconti fantastici, Eretica edizioni, p. 78).
Con le sue novelle, Tarchetti riscopre il mondo oscuro che la luce della ragione non sempre è in grado di penetrare, e immerge il lettore in un viaggio tortuoso, ricco di insidie, pericoli, pazzia; un viaggio che tuttavia è importante compiere proprio per prendere coscienza del fatto che la visione positivistica delle cose è solo un lato della medaglia, e che proprio quando ci accomodiamo su di essa ecco che, inebriati della nostra ignoranza razionalistica, si manifesta un singolo evento in grado di farci sobbalzare.
Indagare l'ignoto, paradossalmente, è l'unica attività che ci consente di preservare la nostra sanità mentale. O, meglio, che ci permette di ampliare i limiti della nostra coscienza, per assumere la consapevolezza che la vera follia è la normalità. Come scrive Tarchetti:
"Noi non possiamo non riconoscere che, tanto nel mondo spirituale quando nel mondo fisico, ogni cosa che avviene, avvenga e si modifichi per certe leggi d'influenze di cui non abbiamo ancora potuto indovinare interamente il segreto. Osserviamo gli effetti, e restiamo attoniti e incoscienti dinanzi alle cause. Vediamo influenze di cose su cose, di intelligenze su intelligenze, e di queste su quelle ad un tempo; vediamo tutte queste influenze incrociarsi, scambiarsi, agire l'una sull'altra, riunire in un solo centro di azione questi due mondi disparatissimi, il mondo dello spirito e il mondo della materia. Fin dove la penetrazione umana è arrivata noi abbiamo portato la nostra fede [...] ma essa si è arrestata dinanzi ai fenomeni psicologici, e dinanzi ai rapporti che congiungono questi a quelli. Essa non ha potuto avanzarsi di più e ha trattenuto le nostre credenze sulla soglia di questo regno inesplorato" (Tarchetti, Storia di una gamba e altri racconti fantastici, a cura di Daniele Palmieri, Eretica Edizioni).
Tarchetti, Storia di una gamba e altri racconti fantastici, a cura di Daniele Palmieri, Eretica Edizioni.
E' possibile acquistare il libro sul sito della casa editrice:
Daniele Palmieri
Nessun commento:
Posta un commento