La nobile arte dell’insulto di Liang Shiqiu è un breve pamphlet, che riecheggia gli antichi testi di strategia militare cinesi, dai quali attinge a piene mani per applicare i principi dell'arte bellica a un'altra forma di scontro, lo scontro verbale.
L'arte del conflitto verbale è fondata da Shiqiu sul principio generale seguente: L’insulto si fonda sul principio etico
per cui si dovrebbe rendere conto se una persona meriti o meno di essere
insultato. Bisogna sempre riflettere se vale la pena o meno insultare una
persona. Sulla base di questo principio occorre poi declinare le dieci strategie seguenti:
1.
Conoscere se stessi, conoscere gli altri.
Bisogna ponderare la propria forza e quella altrui prima di compiere un
insulto, e stare attenti che ciò che imputiamo al nostro avversario non possa
esserci rivolto contro.
2.
Non insultare chi non è al nostro livello. La
persona scelta deve essere di rango poco superiore al nostro; non individui
troppo rozzi che non potrebbero comprendere la finezza dell’insulto, e al
massimo potrebbero rispondere con la violenza, né individui dalla mente
superiore, troppo intelligenti per dare peso agli insulti, i quali non li scalfiggono
nemmeno. Non insultare nemmeno individui privi di valore, perché così non si fa
altro che dargli valore.
3.
Sapersi fermare al momento giusto. Sferrato l’insulto,
se l’altro non ribatte allora riconoscere la propria vittoria senza eccedere
con ulteriori insulti, per non sembrare sadici aguzzini; se l’altro continua a
ribattere, essere in grado di comprendere quando è il caso di fermarsi per non
mostrarsi ridicoli.
4.
Colpire di fianco, attaccare obliquamente. L’insulto
non deve mai essere esplicito, volgare e diretto, ma sottile, tagliente e
obliquo come una katana.
5.
Contegno pacato. Avere sangue freddo, non
mostrarsi né agitati né irati ma mantenere la propria pacatezza, apparire
serenamente distaccato dalle circostanze. L’uomo ottuso è privo di contegno, il
campione dell’arte dell’insulto occulta il proprio gioco.
6.
Servirsi di espressioni e maniere eleganti. Le critiche devono rimanere velate, espresse
con un linguaggio all’apparenza cordiale e raffinato; l’avversario non deve
accorgersi fin dalle prime parole che tu lo stai criticando.
7.
Ritirarsi per avanzare. Ammettere senza
imbarazzo i propri punti deboli, proprio per evitare che l’avversario possa
accanirsi su di essi.
8.
Presupporre e stare in agguato. Stare attenti
alle invettive che l’avversario ci indirizza per volgerle contro di lui; allo
stesso tempo, cercare di prevedere gli insulti che potrebbe rivolgerci per
poterli aggirare preventivamente per poi confutare le sue critiche,
impedendogli così di contrattaccare.
9.
Fare molto con pochi argomenti. Partire da pochi
argomenti di discussione per condurre l’avversario dove si desidera e poi
sferrare il colpo finale.
10.
Allearsi ai lontani per attaccare i vicini. Solitamente
è meglio rivolgersi singolarmente al proprio interlocutore, ma se si sente la
necessità di coinvolgere nell’insulto altre persone allora far credere a tutti
che lo si fa in nome dell’interesse comune. Bisogna però ponderare con
attenzione se è il caso di coinvolgere anche gli altri; la strategia potrebbe
volgersi contro e ci si potrebbe trovare sommersi dagli insulti di tutti.
Daniele Palmieri
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