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domenica 22 marzo 2020

John Keel: Misteriose presenze sul pianeta terra

Egitto. Dio si rivela a Mosé sul Monte Sinai sotto forma di roveto ardente e, anni dopo, sempre sul Sinai rivelerà al patriarca le tavole della legge.
Monte Carmelo. Il profeta Elia, dopo aver sconfitto i 450 fedeli del Dio Baal, ascende alla vetta del Monte Carmelo e da qui svanisce nel Cielo, a bordo di un carro di fuoco trainato da cavalli in fiamme.
Grecia. Edipo, dopo aver scoperto di aver ucciso il padre e aver sposato sua madre, si acceca e diviene un pellegrino errante finché, in un bosco sacro, ascenderà al Cielo, rapito dagli déi rivelatisi con una luce abbagliante.
Germania, XIII secolo. Secondo la leggenda, il poeta Tannhauser trova il Venusberg, il Monte di Venere, e qui viene rapito dalla dea e dal suo novero di spiriti naturali per oltre un anno. Similmente, in tutta Europa circolano leggende di fate e spiriti della natura che rapiscono bambini e uomini o donne in forze, per portarli nel loro mondo sottile e rinforzare la loro progenie. La leggenda è così radicata nella cultura popolare che perfino nel 1700 Robert Kirk, soprannominato "il cappellano delle fate", scriverà un testo dal titolo Il mondo segreto in cui, oltre a raccogliere le testimonianze di persone vicine a bambini e uomini scomparsi, descrive il regno delle fate e la sua struttura. Lo stesso Kirk svanirà misteriosamente, contribuendo così al propagarsi della leggenda.
Svezia, XVIII secolo. Lo scienziato Emanuel Swedemborg inizia a ricevere rivelazioni mistiche da parte di angeli e spiriti planetari - venusiani, marziani, plutoniani etc. - che gli descrivono le meraviglie del mondo invisibile, che egli trascriverà in fiumi e fiumi di volumi, nei quali sono contenute le trascrizioni di tali conversazioni.
Venerdì 21 settembre 1821. Un contadino riceve in sogno la rivelazione, da parte di un'entità vestita con una lunga tunica bianca, di una scatola nascosta in un campo, contenente lamine incise, nel 421 d.C, con un messaggio rivolto all'umanità. Sei anni dopo, in seguito a costanti apparizioni, il contadino ottiene l'autorizzazione a scavare nel luogo indicato dall'entità e riporta alla luce le tavolette d'oro insieme ad altri dispositivi di cristallo. Dopo tre lunghi anni passati a tradurre queste tavolette, il contadino pubblica il risultato in una piccola tiratura amatoriale. Nasce così il Libro di Mormon, ad opera di Joseph Smith, che di lì a poco tempo fonderà la chiesa dei mormoni.
Agosto 1966, Chester Archey, poliziotto di Filadelfia, parte per la sua consueta routine nel nord della città. A pochi minuti dalla partenza, ebbe un lieve incidente,. Nulla di strano, se non fosse che questo incidente si verificò a Pennsauken, in New Jersey, a centinaia di km di distanza da Filadelfia. Quando fu interrogato dalla polizia, un immenso buco di memoria gli impediva di ricordare cosa fosse accaduto.
La storia, il mito, il folklore e la leggenda hanno tramandato, nei secoli se non, addirittura, nei millenni, decine di migliaia di storie simili; esse assumono ora un ruolo religioso, ora tratti fiabeschi, ora nomea di leggende metropolitane o di spauracchi per bambini. Eppure, pur nella disparità della loro manifestazione, non si può negare che, fin dall'alba della coscienza, l'uomo ha avuto la certezza di condividere il pianeta terra con altre entità, a volte gioconde, a volte temibili, altre benevole e altre ancora malevole. Con l'evolversi del substrato culturale, cambia anche il modo in cui recepiamo e rappresentiamo queste entità sovrasensibili; nonostante ciò, rimangono sempre delle costanti di fondo che dovrebbero farci domandare: e se ci fosse qualcosa di vero? Se il mondo è ancora più complesso di quanto possiamo immaginare?
In Misteriose presenze sul pianeta terra, edito in Italia dalla Venexia, John Keel cerca non tanto di dare risposte certe a queste domande, ma di far riflettere sia i creduloni acritici sia gli scettici sulla possibilità che eventi, come quelli citati in precedenza, non siano solo mitologemi o archetipi della mente umana, ma fenomeni reali che si ripropongono ogni secolo, ai quali non facciamo altro che cambiare il vestito quando, in realtà, sono prodotti dalle medesime entità
John Keel è stato uno scrittore e giornalista americano, noto per le sue tesi controcorrente nel campo dell'Ufologia. Il suo approccio, infatti, cerca di evadere dal mero complottismo e dalla ricerca di prove circostanziali, ma tenta di basarsi sui fatti e sui documenti accertati. Ma, soprattutto, ciò che ha fatto storcere il naso a gran parte della comunità ufologica, oltre all'obiettività, è la sua concezione degli "ufo". Allontanandosi dalla visione stereotipata degli "omini verdi", Keel preferì parlare non di "extraterrestri" ma di "entità ultraterrestri".
Citando le parole dell'autore: "Chiunque studi attentamente la storia può rilevare la presenza di qualche influenza esterna in gran parte dannosa, se non sinistra [...]. A sostegno della nostra ipotesi [...] dobbiamo partire da due assunti: 1) gli ultraterrestri sono in qualche modo reali, e non sono un mero fenomeno o mito psicologico; 2) hanno bisogno di comunicare con noi. Se ci soffermiamo su questo bisogno, è logico che abbiano dovuto creare società segrete o addirittura un'intera specie di individui che concretizzasse le loro ambizioni" (John Keel, Misteriose presenze sul pianeta terra, Venexia, p. 168).
Mentre il termine "extraterrestre", così come entrato nell'immaginario collettivo, presuppone delle entità che, per quanto aliene, possiedono ancora dei tratti antropomorfi grotteschi, portati all'eccesso, simili ai mostri dei miti e del folklore, il termine "ultraterrestre" vuole invece veicolare l'idea che tali entità non siano facilmente concepibili dalla nostra coscienza, andando al di là tanto della nostra esperienza quotidiana del mondo quanto dei limiti fisici, materiali, spaziali e temporali a cui siamo abituati.
Filo conduttore dei casi citati a inizio articolo, dunque, sarebbe per Keel la manifestazione di entità parafisiche, ossia entità che trascendono il mondo fisico ordinario, eppure in grado di entrare in contatto con noi e il nostro mondo, viaggiando attraverso canali per ora ignoti ma che, presumibilmente, non sono riducibili alla navicella spaziale o al disco volante.
Data la loro natura sottile, simile a quella degli Spiriti Elementali, queste entità ultraterrestri sono in grado di viaggiare e comunicare nello spazio e nel tempo senza la necessità di veicoli fisici, come dimostrano i casi in cui perfino radio spente o non connesse ad alcuna rete sono state in grado di captare i loro messaggi. Per fare ciò, gli ultraterrestri utilizzerebbero dei portali energetici che, da sempre, sono stati riconosciuti come tali dall'uomo e rispettati e venerati come sacri. Come scrive Keel:
"Un fattore significativo, tutt'altro che segreto agli occultisti, è che le Finestre tendono a essere caratterizzate da anomalie magnetiche. Il nostro pianeta ne è pieno e, cosa alquanto interessante, molte si condensano in prossimità di antichi monti, templi e luoghi di avvistamenti UFO. Persone con sensitività spiccata che vivono in queste regioni tendono ad avere esperienze straordinarie con elementali, angeli, Man in Black e navicelle spaziali [...]. Nel Medioevo, il Vaticano ordinava la costruzione di nuove chiese sui siti di antichi templi. La tradizione dei santuari si radica in un lontanissimo passato e sembra basarsi soprattutto sulle continue osservazioni di manifestazioni paranormali. Le entità che avrebbero interagito con gli esseri umani in occasione di eventi miracolosi richiedevano spesso di erigere una chiesa o un tempio in quello stesso luogo" (John Keel, Misteriose presenze sul pianeta terra, Venexia, pp. 91-92).
Come accennato in precedenza, queste entità hanno sentito il bisogno di entrare in contatto con l'uomo per motivazioni che, tuttavia, rimangono a oggi ancora ignote. Keel sonda le diverse teorie, senza trovare una risposta certa e definitiva ma, allo stesso tempo, riconoscendo che potrebbero tutte coesistere. Nella loro manifestazione benefica, gli ultraterrestri potrebbero essere entità così progredite da un punto di vista fisico, spirituale e perfino spaziotemporale, da voler comunicare con gli altri abitanti intelligenti del cosmo per aiutarli nel loro sviluppo. Eppure, spesso tali entità si manifestano anche in maniera inquietante e distruttiva, rapendo gli esseri umani, come nei casi citati in precedenza, per effettuare quelli che, agli occhi dell'uomo di oggi, sembrano esperimenti o incroci genetici, che l'uomo medievale vedeva come il tentativo, da parte degli esseri fatati, di rinvigorire la loro razza e che le antiche religioni descrissero invece come ascesa agli déi o a dio. Forse, come gli esseri umani, queste entità ultraterrestri non sarebbero né totalmente positive né totalmente negative e da qui deriverebbero i loro atteggiamenti conflittuali e spesso contraddittori. Il mondo stesso potrebbe essere un loro immenso esperimento se non, addirittura, il loro campo di battaglia, come d'altronde sembrano suggerire le antiche saghe epiche, ad esempio l'Iliade e l'Odissea, dove gli déi assistono alla lotta degli uomini, intervenendo, dall'alto, ora a favore di un popolo ora a favore di un altro, in partita divina a braccio di ferro in cui essi, al sicuro nell'Empireo, assistono alle atrocità del genere umano.
Ciò che è certo è che l'uomo stesso subisce da migliaia di anni il loro fascino. La rivelazione dell'ultraterrestre atterrisce, spaventa ma anche affascina. Le costanti, tanto delle apparizioni divine, quanto di quelle fatate, quanto di quelle mistiche o di quelle ufologiche sono: l'apparizione di una luce abbagliante, che acceca e imbrunisce la pelle; il rapimento dell'uomo in uno spazio-tempo indefinito, dove, come nei sogni, pochi minuti equivalgono a lunghe ore, se non addirittura giorni, nello spazio-tempo terreno; la sensazione di timore sacro e di venerazione nei confronti di una forza che si riconosce essere migliaia di volte superiore all'umano e a tutto ciò che solca le vie della terra; allo stesso tempo, la consapevolezza di trovarsi di fronte a qualcosa che, pur non essendo dotato di un corpo materiale come il nostro, è tuttavia sommamente intelligente e sommamente cosciente.
Non sorprende, dunque, che l'uomo abbia sempre cercato di emulare e ingraziarsi il favore degli ultraterrestri attraverso pratiche cerimoniali, tanto religiose quanto magiche. Scrive Keel:
"Tutti i nativi indigeni delle Americhe, dell'Africa e del Pacifico hanno adottato abiti cerimoniali ispirati a quelli degli ultraterrestri, così come le vesti e gli orpelli delle prime chiese costituite dall'uomo bianco emulavano gli indumenti di angeli e dèi che presumibilmente andarono loro in visita. Tradizione vuole che gli stregoni e gli adepti che studiano l'arcana saggezza degli elementali possano indossare questi indumenti e maschere. Le procedure cerimoniali e rituali, accuratamente predisposte, furono tutte dettate ai popoli antichi da questi spiriti paraumani, che per migliaia di anni hanno letteralmente fatto danzare la razza umana ai loro ritmi. Il loro influsso sull'uomo è indubbio. Tutta l'arte umana è iniziata nel desiderio di rendere omaggio a questi esseri: la pittura e la scultura, il teatro e la danza, e naturalmente, la narrazione di storia" (John Keel, Misteriose presenze sul pianeta terra, Venexia, p. 143).
Allo stesso modo, le operazioni magiche descritte nei testi di magia cerimoniale potrebbero aprire varchi nello spazio-tempo ordinario, permettendo all'uomo di entrare in contatto con queste entità ultraterrene. Come scrive l'autore:
"I rituali per evocare gli elementali si tramandano di secolo in secolo. Se non fossero stati efficaci, nessuno se ne sarebbe più occupato, ma in realtà qualcuno sembra svolgerli con successo... e finisce puntualmente per scrivere libri proibiti, destinati a perpetuarne le pratiche" (John Keel, Misteriose presenze sul pianeta terra, Venexia, p. 158).
Basti pensare che nelle correnti magiche novecentesche che fanno capo alla Golden Dawn, le entità evocate e invocate hanno iniziato a discostarsi sempre di più dal demone classico della tradizione medievale, legato alla visione cristiana degli inferi, della terra e del cielo, fino ad assurgere a entità cosmiche, estremamente affini alle entità metafisiche descritte nei racconti di Blackwood - che, non a caso, di tale setta era un adepto - in una escatologia che prende in esame non più il limitato sistema solare, ma l'intero universo.
Per concludere, Misteriose presenze sul pianeta terra è un affascinante spaccato nel mondo dell'altrove, che permette di allargare lo spettro visivo su una serie di fenomeni culturali spesso considerati in maniera separata - religione, folklore, magia, mitologia, ufologia - ma che, a una attenta analisi, presentano più elementi di assonanza che di discordanza. Bisogna inoltre sottolineare che il libro, pubblicato in America negli anni '70, ebbe un grande impatto sulla cultura fantascientifica di massa. Basti pensare che il termine Man in Black fu coniato dallo stesso Keel e che da un altro suo libro, The Mothman Prophecies, fu tratto il film Voci dall'ombra, con protagonista Richard Gere.
 
John Keel, Misteriose presenze sul pianeta terra, Venexia Edizioni
 
Daniele Palmieri
 

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