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venerdì 6 dicembre 2019

Robert Monroe: I miei viaggi fuori dal corpo

Robert Monroe era un semplice uomo d'affari americano, noto in America soprattutto come autore e regista, che aveva fatto carriera nel mondo dello spettacolo prima fondando la propria società di programmi radio e poi la propria TV via cavo. Un'esistenza apparentemente semplice e triviale, volta al benessere in questo mondo, finché non fu "l'altro mondo" a fargli visita.
Era una domenica pomeriggio del 1958. Robert Monroe era solo, in casa, mentre la sua famiglia si trovava in chiesa. Approfittando della solitudine, Monroe era steso sul letto, nel limbo tra il sonno e la veglia, quando improvvisamente: "un raggio o un fascio di raggi sembrò uscire dal cielo [...] fu come essere colpiti da una luce calda [...]. Dapprima pensai che fosse la luce del sole [...]. L'effetto che il raggio ebbe sul mio corpo, quando lo colpì, fu di farlo scuotere violentemente o vibrare. Non potevo assolutamente muovermi; era come se fossi serrato in una morsa" (R. Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo, Meb, p. 23). Alla fine riuscì a liberarsi dalla stretta, senza alcuna apparente ripercussione psicofisica, ma nelle sei settimane a seguire il fenomeno si ripresentò per altre nove volte, sempre con le medesime caratteristiche: nel dormiveglia, la sensazione di imprigionamento e di forti vibrazioni che scuotevano il suo corpo.
Preoccupato per la sua condizione fisica, Monroe si fece visitare da un medico che, tuttavia, non trovò nulla di inconsueto. Il fenomeno sembrava non avere alcuna ragione fisica. Liberatosi dalla paura di una grave malattia, Monroe poté iniziare a osservare il fenomeno senza preoccupazione. A parte l'apparizione di uno strano anello di energia sopra la sua testa, che spesso si presentava insieme alle vibrazioni corporee, sembrava tuttavia che esse non conducessero a nulla, finché, una notte, mentre giaceva nel letto con un braccio che penzolava sfiorando le coperte, tentò qualcosa che non aveva mai fatto in precedenza: muoversi durante la manifestazione del fenomeno vibratorio. "Senza pensare né rendermi conto che riuscivo a muovere le dita durante la vibrazione, spinsi le punte delle dita contro la coperta. Dopo un attimo di resistenza ebbi la sensazione che le mie dita penetrassero nella coperta e toccassero il pavimento sottostante. [...] Spinsi la mano ancora più in basso. Le dita attraversarono il pavimento e sentii la superficie ruvida del soffitto della stanza sottostante" (R. Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo, Meb, p. 26).
Monroe si rese conto di essere cosciente; non era una visione, né un sogno lucido. Era sveglio, nella sua stanza e nella sua casa, della quale riusciva a vedere ogni particolare. Eppure, pur essendo sveglio e nella sua casa, era come se il suo braccio non si trovasse più nel suo corpo. Spaventato, ritrasse il braccio per paura di perderlo una volta terminate le vibrazioni. Ma questi strani fenomeni non erano destinati a cessare finché una notte, inconsapevolmente, Monroe si ritrovò a fluttuare vicino al soffitto, potendo vedere non solo il corpo di sua moglie, ma anche il suo, addormentati sul letto.
Superato il timore di morire o di essere morto, una volta compresa la possibilità di poter uscire e rientrare dal suo corpo a suo piacimento ogni volta che si manifestava quel curioso fenomeno vibratorio, Monroe diede il via a una nuova esplorazione: l'esplorazione dei viaggi fuori dal corpo, di cui I miei viaggi fuori dal corpo, edito nell'ormai introvabile edizione MEB, è un lucido e razionale resoconto.
Di primo impatto si potrebbe pensare a fenomeni allucinatori, a visioni o a semplici sogni lucidi. Ma leggendo il testo di Monroe ci si trova di fronte a un'analisi talmente dettagliata e disinteressata della sua esperienza che nulla porta a credere che egli stia mentendo, soprattutto a fronte delle centinaia di testimonianze di persone che ritengono di aver vissuto esattamente le stesse esperienze di "distacco" dal corpo, sempre scandite dai medesimi fenomeni ricorrenti.
L'opera di Monroe ricorda i diari di viaggio dei primi esploratori nelle Americhe e nel Pacifico; sembra di trovarsi di fronte a territori così alieni, meravigliosi, inquietanti e perturbanti da essere incredibili, ma con la consapevolezza che questi viaggiatori, seppur hanno ingigantito i loro racconti, hanno visitato terre che tuttavia esistono e che forse sono ancora più belle e magiche di quanto le loro parole possano testimoniare. E, come i viaggiatori di un tempo, ne I miei viaggi fuori dal corpo Monroe cerca di raccontare non solo quello che ha visto, vissuto e provato, ma tenta di tracciare una topografia tanto del corpo quanto dei territori invisibili, che egli definisce Secondo Corpo e Secondo Stato, tentando di ricondurre a un'analisi razionale ciò che apparentemente sembra fuggire alla ragione.
Da questo punto di vista, rispetto ad altri testi sul tema, Monroe possiede una finezza analitica degna di uno psicologo; utilizzando come "fonte di studio" il suo diario personale, in cui ha descritto le principali esperienze vissute fuori dal corpo, Monroe cerca di trarre da esse degli elementi ricorrenti che siano in grado di inquadrare il fenomeno del viaggio fuori dal corpo (o del viaggio astrale) come un'esperienza non solo possibile, ma tangibile, concreta e alla portata di chiunque voglia farne esperienza, che non possiede nulla di miracoloso ma che, anzi, rappresenta una realtà soggetta ad analisi "scientifica" quanto il mondo materiale.
Come accennato, i concetti cardini della teoria del viaggio astrale di Monroe sono due: quello del Secondo Corpo e quello del Secondo Stato.
Il Secondo Corpo non è un semplice duplicato del corpo fisico. Lo è solo in apparenza, durante i primi viaggi astrali, poiché esso si trascina dietro la forma del corpo fisico a causa dell'idea che abbiamo di noi stessi. Così, il nostro inconscio lavora sul Secondo Corpo anche quando esso si è astratto dal mondo materiale e, siccome pensiamo di essere ancora "l'Io" che agisce nella vita quotidiana, ecco che il pensiero plasma un feticcio a immagine e somiglianza del nostro "Io materiale". Eppure, nel Secondo Stato il pensiero possiede una forza creatrice; o, meglio, il Pensiero è la materia del Secondo Stato e, di conseguenza, il Secondo Corpo assume la forma che pensiamo o vogliamo avere. Di conseguenza, la sua manifestazione "pura" è più simile a quella di un amorfo globo di luce.
Secondariamente, il Secondo Corpo non è immateriale. Esso, seppur composto di una materia sottile e rarefatta, a densità così bassa da poter passare attraverso le pareti, ha tuttavia un peso ed è soggetto ad attrazione gravitazionale. Ne consegue che, nel momento in cui esso irradia o è irradiato da luce nello spettro conosciuto, esso risulta visibile dal prossimo anche in stato di veglia e anche nel mondo materiale. Da ciò potrebbero derivare gli antichi miti legati alla bilocazione, ai viaggi spaziotemporali e ai fenomeni inspiegabili di apparizione.
Anche i sensi, dunque, sono simili a quelli del mondo materiale, soprattutto quello del tatto.
In terzo luogo, collegare il corpo fisico al Secondo Corpo vi è un cordone argentato, testimonianza non solo del legame tra i due aspetti dell'Io, quello materiale e quello eterico, ma probabilmente canale di comunicazione attraverso il quale il corpo fisico può interagire con il Secondo Corpo per comunicargli segnali di pericolo durante il viaggio astrale.
Nel Secondo Stato, che tra poco andremo ad analizzare, il Secondo Corpo opera come l'io cosciente nella vita quotidiana materiale; in altri termini, a differenza di quanto avviene nel sogno e nelle allucinazioni, fenomeni in cui il nostro io è ridotto a una marionetta passiva in balia di quanto accade, durante i viaggi astrali nel Secondo Stato il Secondo Corpo è inserito in un contesto continuo, del quale ha consapevolezza, in cui può prendere decisioni, provare emozioni, esplorare l'ambiente in maniera creativa e non automatica, sviluppare degli eventi in sequenza senza che si verifichino, come nei sogni, loop temporali o continue metamorfosi. Tuttavia, nelle prime esperienze vissute fuori dal corpo, complice l'inesperienza e la difficoltà di padroneggiare questo nuovo stato, ci si sente travolti dalle pulsioni soggettive primordiali, quali la paura, l'amore, il sesso e, forse perché disabituati a espandere la propria volontà in questi nuovi territori, occorre uno sforzo per riconquistare la libertà cosciente nei confronti delle proprie azioni.
Altra differenza tra il corpo materiale e il Secondo Corpo è l'inesistenza della differenza tra pensiero e azione; nel Secondo Corpo, pensare è agire, poiché nel Secondo Stato tutto è permeato dal pensiero e il pensiero stesso è la forza motrice di quanto avviene.
Il Secondo Stato è un luogo metafisico che, tuttavia, come il Secondo Corpo, non è frutto di un sogno o di una allucinazione, ma è una realtà concreta come il mondo materiale che, insieme ad essa, sembra formare un Multiverso in perpetuo divenire, più ricco di quanto possiamo sospettare.
A tal proposito, Monroe suddivide il Secondo Stato in tre Localizzazioni, ossia tre "universi" nel quale ci si può ritrovare a seguito del viaggio astrale, ciascuno con le proprie caratteristiche.
La Localizzazione 1 è una versione eterica del nostro mondo. Non vi è nulla di estremamente nuovo e sorprendente; i luoghi sono quelli a noi familiari, soltanto più evanescenti e permeati dal pensiero che permette di trascendere i limiti spaziali e temporali. La novità risiede dunque nel diverso modo di approcciarsi alla proiezione astrale del mondo familiare, in cui siamo in possesso di un Secondo Corpo che, a differenza del corpo fisico, può allungarsi, prendere il volo, passare attraverso le pareti, comunicare senza parlare. Come sostiene Buhlman, altro "viaggiatore astrale" autore de Avventure fuori dal corpo (Macro Edizioni), è probabile che questa Localizzazione 1 altro non sia che una proiezione collettiva creata nella dimensione astrale dal pensiero degli uomini, esattamente come il pensiero plasma il simulacro del nostro corpo durante le prime esperienze al di fuori di esso. Resta tuttavia la possibilità ad ora inspiegabile, di cui Monroe porta diverse testimonianze, di potersi materializzare nel mondo materiale a persone terze durante un viaggio fuori dal corpo, come se ci fosse un effettivo collegamento tra il mondo materiale e la Localizzazione 1.

Mentre la Localizzazione 1 rappresenta un ambiente familiare e a nostra portata, con la Localizzazione 2 ci addentriamo in un territorio del tutto alieno. Stando a quanto scrive Monroe: "La Localizzazione 2 è un ambiente immateriale, dove le leggi del movimento e della materia sono collegate a quelle del mondo fisico solo in modo molto remoto. E' un'immensità dai confini sconosciuti, la cui profondità e dimensioni sono incomprensibili per la mente cosciente, delimitata. In questa vastità stanno tutti gli aspetti che attribuiamo al paradiso e all'inferno [...]. Essa è abitata da entità fornite di gradi di intelligenza diversi, con cui è possibile comunicare. [...] Il tempo così come viene inteso nel mondo fisico non esiste. C'è una successione di eventi, un passato e un futuro, ma nessuna suddivisione ciclica. Il passato e il futuro continuano a esistere contemporaneamente al presente. Le unità di misura [...] sono inutili" (R. Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo, Meb, p. 63). In questo territorio metafisico, del tutto affine alle visioni descritte dai mistici delle grandi religioni (come non pensare alla concezione del tempo di Agostino d'Ippona), il pensiero è la fonte di tutto; esso è "la forza che soddisfa ogni necessità o desiderio". Nella Localizzazione 2, ogni cosa sembra provenire da tre fonti: il prodotto del pensiero di coloro che vivono o che vissero nel mondo fisico; le emozioni o ciò che suscitava emozioni in coloro che vivono o che vissero nel mondo fisico; l'influenza di intelligenze altre, non umane, che sembrano rendere coerente il tutto in modo da amalgamarlo in una realtà-pensiero simile, come già sosteneva Monroe, a un unico inferno-purgatorio-paradiso, ma spogliato da qualsiasi accezione religiosa o morale. La Localizzazione 2 sembra quasi un territorio intermedio in cui, come nella Localizzazione 1, ci si trova di fronte al feticcio della vita quotidiana, ma reso ancora più astratto e metafisico, come se la materia fosse stata sostituita dalla fluidità del pensiero e delle emozioni. Secondo Monroe, la Localizzazione 2 è il luogo naturale del Secondo Corpo, quasi fosse caduto nel corpo fisico da esso. Anche in questa intuizione di Monroe sembrano riecheggiare teorie antiche, come quelle dei neoplatonici (Plotino, Porfirio, Proclo, Giamblico) per i quali l'anima umana altro non era che un'intelligenza caduta da sfere più elevate. Correggendo quanto sostiene Monroe, si potrebbe dunque sostenere che la Localizzazione 2 altro non sia che un territorio temporaneo per il Secondo Corpo, fatto a immagine e somiglianza di quanto sperimentato nel mondo fisico per rendere meno traumatico il distacco. Un territorio di purificazione, nel quale ci si porta dietro le emozioni, i pensieri e le impurità del mondo materiale per liberarsi da esse, in una realtà fittizia, un artificio del pensiero, per poi librarsi verso vette più elevate. Tant'è che all'interno della Localizzazione 2 Monroe descrive sia luoghi idilliaci, del tutto simili ai campi elisi o al paradiso dantesco, quanto esseri e regioni spaventose e "infernali", crogiuolo di istinti carnali in cui i Secondi Corpi più materiali sembrano essersi raggruppati, non del tutto intenzionali a lasciarsi alle spalle il mondo fisico.
Monroe descrive, infine, la Localizzazione 3 che, contrariamente a quanto si possa pensare, non è un territorio ancora più "alto" e "trascendente" rispetto ai precedenti, ma una sorta di universo parallelo, forse uno tra l'infinità di universi di cui è composta la realtà. Monroe dice di esserci pervenuto attraverso "un foro" che gli era possibile vedere girando di 180° il Secondo Corpo all'interno del corpo fisico; un vero e proprio "passaggio segreto" astrale, passaggio verso un'altra dimensione. "La Localizzazione 3" scrive Monroe "si rivelò essere un mondo di materia fisica quasi identico al nostro. L'ambiente naturale è lo stesso. Ci sono alberi, case, città, gente, costruzioni e tutti gli altri elementi propri di una civiltà civilizzata [...]. [Tuttavia] lo sviluppo scientifico è trascurabile. Non ci sono apparecchi elettrici di alcun tipo [...]. Viene usata energia meccanica [...]. Le usanze e le abitudini non sono come le nostre. Quel poco che ho visto indica che ci sono precedenti storici con avvenimenti, luoghi e date diversi. Mentre il grado di evoluzione dell'uomo sembra essere identico, l'evoluzione tecnica e sociale non è del tutto uguale alla nostra" (R. Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo, Meb, p. 79-80). All'interno della Localizzazione 3 Monroe trovò perfino un proprio doppio, nel quale parve "incarnarsi" dando luogo a curiosi fraintendimenti con i conoscenti del suo "io" nella Localizzazione 3.
Come accennato in precedenza, dunque, mentre la Localizzazione 1 e la Localizzazione 2 sembrano ascendere verso realtà sempre più metafisiche, la Localizzazione 3 altro non sarebbe che una realtà parallela del nostro mondo, una tra le infinite possibili che Monroe potrebbe aver visitato attraverso il "passaggio stretto". A suggerire l'esistenza di altre Localizzazioni più alte, in grado di ascendere verso territori più elevati al di là della Localizzazione 1 e 2, una barriera invalicabile che lo stesso Monroe sostiene di aver incontrato all'interno della Localizzazione 2. Che si tratti di una barriera valicabile una volta lasciato il mondo fisico? O forse una Localizzazione accessibile soltanto a coloro che hanno intrapreso determinati percorsi spirituali? Dal racconto di Monroe, nulla ci è dato sapere, se non il fatto che ad egli non era concesso superare tale ostacolo.
A conclusione di questa lunga disamina sul testo di Monroe, dato che, secondo l'autore, a chiunque è dato poter vivere tali esperienze, ci soffermeremo dunque sulle tecniche di separazione per poter accedere a questi mondi invisibili.
Il primo grosso ostacolo da superare è quello della paura. Dato che siamo abituati, dalla nascita, a convivere con il nostro corpo, uscire da esso potrebbe sembrare traumatico. Ma, a tal proposito, Monroe rassicura; non ci sono pericoli nel viaggio astrale e, al minimo segnale di pericolo, sia esso materiale o astrale, il nostro Secondo Corpo si proietterà immediatamente nel corpo fisico.
Secondariamente, occorre indurre uno stato di assoluto rilassamento. Occorre liberarsi dal senso di urgenza; non si deve avere fretta, si deve liberare la mente da tutte le preoccupazioni, gli impegni, i pensieri sul passato e sul futuro. Per immergersi in un luogo senza tempo, occorre trascendere il limitato tempo quotidiano. Attraverso il controllo del respiro e il rilassamento del proprio corpo, si deve poi accedere allo stato di dormiveglia, quando i pensieri iniziano a defluire liberamente trascinandoci nel sonno e nel sogno. Questo è il momento più difficile, in cui i pensieri cercheranno di trascinare nel sonno la coscienza. Ma questa deve rimanere "aggrappata" alla testa, deve lasciare che il corpo si addormenti da solo, e con esso tutti i pensieri. Scrive Monroe: "coricatevi, preferibilmente quando siete stanchi e assonnati. Man mano che vi rilassate e cominciate a scivolare nel sonno, fissate la vostra attenzione mentale su qualcosa, a occhi chiusi. Quando sarete in grado di mantenervi in stato di dormiveglia indefinitamente senza addormentarvi, avrete superato il primo stadio" (R. Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo, Meb, p. 162). Arrivati a questo stadio, bisogna riuscire anche ad abbandonare l'ultimo pensiero sul quale abbiamo fissato la nostra concentrazione, rimanendo sospesi tra il sonno e la veglia senza pensare a nulla. Bisogna guardare, a occhi chiusi, l'oscurità dinnanzi a noi, seguendo il libero sgorgare dei disegni luminosi e delle figure mentali. A questo punto "Guardate nel buio verso un punto. trenta centimetri dalla vostra fronte, poi spostate questo punto di concentrazione a circa novanta centimetri e poi a centoottanta. Fermatevi un istante. Di qui spostate il punto a 90° verso l'alto, su una linea parallela all'asse del corpo e che si prolunga sopra la vostra testa. In quel punto esatto cercate le vibrazioni. Quando le avrete trovate richiamatele mentalmente dentro alla testa" (R. Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo, Meb, p. 165). A questo punto il viso, o tutto il corpo, dovrebbe essere investito da vibrazioni, simili a scosse elettriche che pervadono ogni muscolo. Bisogna riuscire a non farsi intimorire e lasciare che esse fluiscano, rimanendo calmi e rilassati e, anzi, favorendo il loro reflusso lungo tutto il corpo.
In stato vibrazionale, bisogna infine tentare di muoversi, partendo dai singoli arti. Si pensi di muovere il braccio o la mano in direzione di qualcosa, per tastarla e toccarne i particolari. Si sentirà la sensazione di distacco dell'arto e si percepirà la possibilità non solo di poterlo allungare a piacimento, ma perfino di poter toccare e allo stesso tempo attraversare gli oggetti. Dopo questi primi esercizi sarà poi possibile distaccarsi per intero, inizialmente pensando di fluttuare sopra al proprio corpo fisico, poi provando ad alzarsi con il Secondo Corpo, lasciando il corpo fisico nel letto, per esplorare la casa o la stanza, oppure ruotando di 90 o 180° con il Secondo Corpo rispetto al corpo fisico. Presa, infine, familiarità con questa nuova dimensione, sarà possibile spaziare negli infiniti meandri di questa nuova realtà fatta di puro pensiero.
 
Roberto Monroe Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo, Meb
Daniele Palmieri
 
 

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