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domenica 10 maggio 2015

Walt Whitman e il misticismo della materia

"Foglie d'Erba", un lungo inno ai sensi e alla vita



Sono pochi i poeti in grado di trasformare in poesia ogni cosa che sfiorano; Walt Whitman è uno di quelli.
E con "ogni cosa" non intendo soltanto fenomeni naturali (albe, notti e tramonti) o emozioni (amore, odio, gelosia, paura) di cui la letteratura abbonda; Walt Whitman canta la vita, dell'uomo e del mondo, e tutto ciò che questa vita comprende:
"Il vapore del mio alito/gli echi, increspature, sussurri brulicanti, radice d'amore, filo di seta, innesti, vitigni/ la mia respirazione e inspirazione, il battito del mio cuore, il passaggio del sangue e dell'aria attraverso i polmoni./inalare foglie verdi e foglie secche, e la spiaggia e le rocce marine dal colore scuro, e il fieno nei fienili/ il suono delle parole eruttate dalla mia voce, parole che si liberano al turbinio del vento,/ alcuni baci leggeri, alcuni abbracci, braccia che si cingono/[...] il senso di benessere, il tocco a mezzodì, il canto di me che mi alzo dal letto e vado incontro al sole." (Poesia di Walt Whitman, un americano)
Una vita che è soprattutto e prima di tutto vita individuale, vita del singolo uomo; "Io canto me stesso" è il verso con il quale inizia Foglie d'Erba, sua prima e unica raccolta, alla quale ha lavorato fino alla morte.
L'uomo è il punto di partenza imprescindibile per qualsiasi discorso; dietro ogni parola e ogni esperienza si nasconde necessariamente un individuo.
Tuttavia, quella di Whitman non è una visione né egoistica né egocentrica, poiché "ogni atomo che appartiene a me appartiene anche a te".
La vita che il poeta racconta è sì la vita vista e narrata con gli occhi di Walt Whitman, nato in America nel 1819; ma proprio perché è stato un uomo come noi, fatto della stessa carne, possiamo comprendere tutto ciò che egli ha vissuto e scoprire che tra lui e noi non c'è alcuna distanza, che l'io che egli canta è l'io di tutti quanti noi.
L'io che il poeta descrive è come una foglia soffiata dal vento in un mondo in continuo divenire; tutto scorre, il fiume della vita procede incessante e noi dobbiamo lasciarci trasportare da esso per scoprire dove ci porta.
Uno scorrere rappresentato dallo stile stesso delle poesie; i versi di Whitman sono lunghi, prolissi, come i Salmi della Bibbia di King James
Il lettore viene trascinato da una serie di descrizioni, ripetizioni, suoni, odori, sapori e impressioni visive che evocano il mondo lontano del poeta e che ci fanno immergere in esso.
Quella di Walt è una vera e propria estasi mistica, che non nasce dall'ascesi e dall'allontanamento dai sensi, bensì dalla totale immersione nel mondo della materia.
La materia è l'unica fonte certa dell'esistenza; la vita nasce dalle stagioni, dai fiumi, dai laghi, dall'erba e dalla terra così come dalla distruzione, dal fuoco e dalle tempeste.
E' il ciclo naturale della materia nel quale l'uomo è inserito e, se davvero vuole comprenderlo, non deve allontanarsene ma ricordarsi che egli ne fa parte, come tutte le cose che lo circondano.
In tal modo, Whitman ci ricorda che vivere a pieno la vita significa accettare tutto ciò che essa ci porta, assaporare ogni singola impressione sensibile, perché soltanto così potrà risuonare il nostro "barbarico yawp sopra i tetti del mondo".

Daniele Palmieri

Le citazioni sono tratte da Walt Whitman - Foglie d'Erba, Newton Compton Edizioni

La raccolta in lingua originale: Leaves of Grass

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