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sabato 30 gennaio 2021

Asmodeo: storia e simbolismo di un demone antico

Riprendiamo la rubrica dedicata ad approfondire alcuni aspetti de Il gatto, il mago e l'inquisitore, mio ultimo romanzo edito da Salani Editore. Dopo aver parlato di Cornelio Agrippa von Nettesheim, passiamo ora al secondo protagonista principale del libro: il gatto Asmodeo.


Nel romanzo, Agrippa è riuscito, mediante a un segreto esperimento magico, a donare al felino parola, ragione e immortalità. Egli, dunque, assurge a ruolo di famiglio: custode magico dello stregone che ne serba i segreti, gli rivela conoscenze magiche e, seguendo antichi echi di tradizione sciamaniche, ne funge perfino da occhi e orecchie, per permettere al mago da lui custodito di spingersi al di là dei confini dello spazio, del tempo, del suo corpo e della sua mente.

Asmodeo è il custode segreto di Agrippa, dotato sia dei poteri donatogli dal mago sia dalla naturale affinità felina con il lato nascosto delle cose. Egli, come Agrippa, è dotato della "seconda vista", la facoltà di vedere quanto di invisibile si nasconde dietro il mondo materiale. Così, come il mago, anche Asmodeo può vedere gli Spiriti Elementali, gli Incubi e, soprattutto, i demoni che infestano le strade dell'Europa. E con essi Asmodeo condivide molto altro. 

La scelta del nome non è casuale. "Asmodeo", nella religione e nel folklore, è uno spirito antico, la cui storia affonda le radici nella cultura Babilonese, nello Zoroastrismo iranico e nell'Ebraismo arcaico. In tutte queste culture è presente la figura del demone Asmodeo, che appare come uno spirito divino potente e iracondo, strettamente legato alla lussuria umana.

Una figura arcaica, di origine pagana, che tuttavia riuscì ad attraversare i millenni rimanendo vivo perfino nella cultura giudaico-cristiana. Il suo nome e la sua forza riecheggiano, ancora, facendo tremare gli uomini, perfino nei manoscritti di magia medievali e rinascimentali, soprattutto in quelli legati alla tradizione salomonica.

La magia salomonica è una branca della magia ebraica che fa capo alle conoscenze, teoriche e pratiche, attribuite, appunto, al leggendario Re Salomone. Già nei testi canonici dell'Antico Testamento si trovano numerosi cenni al fascino provato da Salomone nei confronti delle religioni orientali, dei culti pagani e della sapienza magica - ed è in questi interessi occulti che, nel testo biblico, viene rintracciata la causa della progressiva decadenza dello regno ebraico.

L'aurea di grande sapienza e tenebrosa conoscenza rendeva Salomone un personaggio poliedrico, dalle numerose luci, ombre e sfaccettature che non poterono che affascinare anche gli uomini dell'antichità. La sua fama di Re, Sapiente, mago, taumaturgo e sciamano fece dunque fiorire una molteplicità di scritti magici a lui attribuiti tra cui il Testamento di Salomone.

Il Testamento di Salomone è uno dei più antichi testi magici legati alla tradizione salomonica, in cui si racconta come egli abbia costruito il Tempio con l'ausilio di un anello magico, recante inciso il pentagramma, che gli permetteva di evocare, avvincere e controllare i demoni. Il testo è simile a una novella orientale, quasi ai racconti de Le mille e una notte, ed è strutturato come una lungo dialogo tra Salomone e i demoni che, di volta in volta, vengono da lui evocati per conoscerne il nome, il sigillo e la funzione per poi, in base a tali caratteristiche, costringerli a costruire una parte del Tempio - grande metafora di come le forze infere e ctonie possano essere dominate per dar vita a qualcosa di sacro. 

Tra i demoni evocati dal Re, appare anche Asmodeo, che viene descritto come un demone fiero e vanitoso, restio a piegarsi perfino di fronte alla potenza magica dell'anello di Salomone. 

"Chi sei?" gli domanda Salomone e questi, furioso e altezzoso, gli risponde dicendo "Tu, chi sei? [...] Come pretendi che ti risponda? Tu sei figlio d'un omo: io sono nato da seme angelico che fecondò una figlia d'uomo, e nessuno di nostra stirpe celeste può essere appellato in modo arrogante da chi è nato sulla terra. Perché anche la mia stella è alta in cielo e gli uomini talvolta la chiamano l'orsa, altre volte figlia del drago. Presso la stella io vivo. Non chiedermi molte cose, perché il tuo regno fra breve non esisterà più e la tua gloria durerà una breve stagione. Presto terminerà la tirannia che ci è imposta e allora saremo nuovamente liberi di agire fra gli uomini, che ci adoreranno come dèi, poiché essi non conoscono, miseri che sono, i nomi degli angeli che ci dominano" (Testamento di Salomone, in La Chiave di Salomone, a cura di Sebastiano Fusco, Venexia, p. 37).

Alla fine, tuttavia, Asmodeo è costretto a cedere alla forza magica di Salomone che, stringendone ancor di più i ceppi, lo costringe a rivelare il suo nome, l'angelo che lo governa, il suo ruolo nel cosmo e l'elemento che più teme: l'acqua. Non senza un certo sadismo, Salomone lo costrinse dunque a reperire il materiale più importante per la costruzione del Tempio: l'argilla, la materia atta a comporre ogni singolo mattone, e l'acqua necessaria a bagnarla.

Come accennato, la tradizione dei testi magici attribuiti a Salomone fu molto ampia e variegata ed ebbe la sua massima espressione tra il medioevo e il rinascimento. Dallo stile narrativo e novellistico del Testamento, si passerà a una miscellanea di precetti e rituali volti a tramandare la conoscenza di Salomone e i demoni che nel testo precedente venivano descritti in maniera disomogenea, verranno ordinati in una gerarchia sistematica, fino ad arrivare alla precisa esposizione del Lemegeton, uno scritto di magia cerimoniale contenente il nome dei 72 demoni infernali, i sigilli per evocarli e la descrizione delle loro caratteristiche, dei loro poteri e dei doni che possono elargire al mago evocatore.


Anche tra essi, come nel Testamento, appare Asmodeo, qui descritto nel seguente modo: 
"Il trentaduesimo spirito nell'ordine è chiamato Asmoday. E' un grande Re, molto potente. Appare con tre teste, delle quali la prima è come quella di un Toro, la seconda come d'Uomo, la terza come d'Ariete; ha per coda una Serpe che dalla bocca vomita fuoco e fiamme; i suoi piedi sono come zampe d'oca; è assiso su un Drago Infernale; in mano reca una lancia con un'insegna.  [...] Quando l'esorcista lo invoca, che stia composto, si alzi in piedi, si scopra il capo, perché altrimenti Asmoday lo ingannerà e farà sì che ogni cosa si compia in modo errato [...]. Dona l'anello della virtù; insegna le Arti dell'Aritmetica, della geometria e dell'Astronomia e fornisce tutte le capacità tecniche in modo completo; risponde in modo veritiero ed esaustivo a tutte le domande; rende l'uomo invisibile; mostra i luoghi ove sono riposti i tesori e li custodisce" (Lemegeton, in La Chiave di Salomone, a cura di Sebastiano Fusco, Venexia, pp. 235-236).

Benché Asmodeo provocasse timore e terrore e nonostante fosse uno dei demonipiù potenti, e dunque pericolosi, delle Gerarchie Infernali, sono molti i manoscritti magici e i "patti demonici" che recano il suo sigillo - a dimostrazione di come il suo fascino attirasse gli uomini. Ed anche in ambito sacro la sua figura rimase presente, nell'ombra, a svolgere il lavoro sporco delle "fondamenta" che, per quanto relegate all'oscurità del sottosuolo, sono tuttavia fondamentali per reggere l'intero tempio. In quest'ottica si deve leggere il simbolismo di una delle più misteriose figure dell'arte cristiana: l'Asmodeo che regge l'acquasantiera nella Chiesa di Santa Maria Maddalena di Rennes le Chateau che, a secoli di distanza, sembra riecheggiare il mito salomonico del demone costretto a costruire i mattoni portanti del Tempio.

Tutte queste manifestazioni del demone Asmodeo sono strettamente legate a una cultura dualistica, che lo vede relegato nel mondo del maligno, seppur depositario di conoscenze profonde. Ma Asmodeo, in quanto demone nel senso greco del termine, ossia intermediario ed emissario tra uomo e divino, è stato in grado di reinventarsi nella cultura moderna e in ambito artistico lo ritroviamo in una curiosa intervista rilasciata da Alan Moore, noto fumettista americano, autore di Watchmen, From Hell, Prometea, The Killing Joke. Ne la La magia in azione, intervista rilasciata a Jay Babcock pubblicata sul n.4 di Arthur, Alan Moore racconta le sue esperienze, sia teoriche sia pratiche e "dirette", con il mondo dell'occultismo e narra di essere entrato in contatto, durante un rito, con un'entità che gli si presentò con il nome, appunto, di Asmodeo. Come narra Alan Moore:

"Ho avuto anche un'esperienza con una creatura demoniaca che disse di chiamarsi Asmodai, ovvero Asmodeo. E quando di fatto mi fu concesso di vedere l'aspetto della creatura, o almeno cosa era disposta a mostrarmi, sembrava questa specie di reticolo... immaginatevi un ragno e poi immaginate delle immagini multiple di quello stesso ragno, in qualche moto legate tra loro - immagini multiple su scale diverse, tutte legate assieme - è come se questa cosa si muovesse attraverso una sorta di differente piano temporale [...]" (A. Moore, Magia in Azione, in Funghi di Yuggoth, Panini Comics, p. 129).

Mentre nella narrazione religiosa tradizionale Asmodeo viene relegato, spesso, alla lussuria e all'ira, nell'esperienza di Alan Moore si mostra nel ruolo di "guardiano della soglia" di dimensioni superiori, parimenti al felino Asmodeo protagonista de Il gatto, il mago e l'inquisitore, in grado di rivelare all'artista il lato nascosto delle cose, una dimensione a cui si può accedere soltanto liberandosi dai limiti razionali e dogmatici della propria mente. Sempre come racconta Alan Moore:

"Nelle settimane seguenti cominciai a fare ricerche su Asmodeo e scoprii che in realtà è il demone dei matematici. Inoltre c'è una cosa che a quanto par, per tradizione, è in grado di offrire e sarebbe il volo di Asmodeo. E' dove il demone vi trascina, portandovi in aria, nel cielo, e voi potete guardare in giù e vedere tutte le case come se i tetti fossero stati rimossi e si vede cosa accade all'interno" (A. Moore, Magia in Azione, in Funghi di Yuggoth, Panini Comics, p. 129).

Una dimensione elevata, la cosiddetta "quarta dimensione" della matematica pura o della fisica moderna, in cui sono trascese le coordinate ordinarie del tempo e dello spazio, come nel volo che conduce al Sabba delle Streghe, per accedere a una dimensione in cui la coscienza si espande a tal punto da poter essere onnipresente in più luoghi, tempi e prospettive contemporaneamente.

L'Asmodeo felino de Il gatto, il mago e l'inquisitore incarna, dunque, parte della simbologia di questo spirito antico. Come sostengono Kramer e Sprenger nel Malleus Maleficarum, streghe e stregoni si accompagnano spesso a gatti i quali, spesso, non sono che demoni trasmutati in forma animale. E l'Asmodeo felino altro non è che il famiglio custode del mago, il guardiano della soglia per il mondo occulto, in grado di accompagnare Agrippa nel mondo affascinante e tenebroso della magia e di difenderlo, con il suo potere e la sua superiorità, dalle insidie e gli inganni non solo dei demoni, ma soprattutto degli umani, e di rivelargli con i suoi occhi felini la vera essenza della realtà.


Il gatto, il mago e l'inquisitore di Daniele Palmieri, edito da Magazzini Salani, in
tutte le librerie e in tutti gli store online. 

Chiunque volesse acquistarne una copia con dedica, può contattarmi presso la Libreria Esoterica di Milano al numero Whatsapp: 3516024375.


Daniele Palmieri

1 commento:

  1. Beh Sidonay è legato anche all'angelo Vasariah e iaiazel. Sono i tre angeli che dominano i grandi della terra. Asmodeo o Sidonay è un'essere nobile e rispettoso, anche se , qua do si dispera, oltre alla rabbia , prova con la vendetta a far cadere l'anima. I ultimo, se non riesce nemmeno con la vendetta , ci prova con la vanità o intellettuale o magica o superba. È un grande maestro , nel senso che se un'umano , riesce a superare i suoi test , viene liberato da Vasariah ,ed introdotto ad un grandioso futuro. Del resto, senza demoni ,non ci sarebbero prove e senza quest'ultime , non vi sarebbe salvezza. In realtà , loro , i demoni , realizzano la volontà umana oscura . Se fossimo luminosi è sicuro che emigrerebbero verso altri mondi.

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