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mercoledì 22 febbraio 2017

Daniele Palmieri: Autarchia spirituale. Un richiamo all'azione per rivoluzionare la propria vita

L'Anima edizioni ha recentemente pubblicato un mio nuovo libro, Autarchia spirituale. E' la mia quarta opera filosofica, dopo La tranquillità interiore, La filosofia è una cosa da folli e La filosofia come esercizio spirituale, e la considero, ad ora, il mio testo filosofico più maturo. Non perché sia il più completo, tutt'altro, ma perché in esso sfioro i principali temi filosofici (la coscienza, la conoscenza, l'esistenza e il suo senso, l'agire pratico etc.) che, in parte, avevo già affrontato nei testi precedenti ma che in esso tento di legare in maniera organica e coerente, cercando di individuare un filo conduttore che leghi in maniera indissolubile la speculazione filosofica all'agire pratico, sia nei confronti di se stessi sia nei confronti del mondo.
Ad ora il testo è disponibile solo in ebook sui principali store online; da maggio sarà disponibile anche in cartaceo. Qui il link per acquistarlo su Amazon, di seguito, l'incipit del libro:
 
“Autarchia” è una parola di origine greca la cui resa letterale sarebbe “bastare a se stesso”. È un termine utilizzato in senso filosofico per la prima volta dai pensatori cinici e stoici, che identificavano il sophos, il saggio, come colui in grado di dominare la propria componente spirituale, ossia di porre il fondamento della propria vita in se stesso e di vivere, di conseguenza, in assoluta autosufficienza.
Perché dovremmo recuperare tale nozione e quale potrebbe essere la sua importanza per l’uomo contemporaneo?
Quando cominciai a maturare le idee per il presente libro, il primo titolo che mi venne in mente fu “anarchia spirituale”; volevo subito rendere chiaro uno dei concetti principali che intendo trasmettere, ossia la libertà assoluta (da absoluto, sciolto da qualsiasi vincolo) che il filosofo conquista nel momento in cui raggiunge una maggiore consapevolezza di sé e del mondo.
Tuttavia, ho poi meditato sull’etimologia greca del termine anarchia, anarkhìa, che letteralmente significa “assenza di governo”, una parola che nell’antichità richiamava eventi catastrofici all’interno della città e la cui accezione “positiva” è nata soltanto a partire dal 1800, con la nascita dei primi movimenti anarchici ad opera di pensatori come Bakunin, Proudhon, Herzen. Accostare tale termine, indice di caos e disordine, alla sfera interiore per indicare il saggio in grado, al contrario, di portare ordine nella propria interiorità, significherebbe compiere un grave errore etimologico e filosofico.
Ed è proprio il primo, erroneo, titolo che, preso in esame, può aiutarci a comprendere le domande appena sollevate, sull’importanza del recupero del concetto di autarchia. Viviamo, infatti, in un’epoca di anarchia spirituale. Crollata, dopo il nichilismo otto-novecentesco, l’idea dell’esistenza di valori morali universali e oggettivi, si è lentamente abbandonato il lavoro di “direzione delle anime”, come lo definisce Focault, ossia di un’educazione volta all’interiorità degli individui che abbia il fine di sviluppare le loro virtù interiori.
Non è stato un evento del tutto negativo, tutt’altro. Seguendo il principio liberale di John Stuart Mill, è giusto che ciascun uomo abbia il diritto di sviluppare le proprie doti come meglio crede, sempre nel rispetto della persona altrui, senza che persone terze lo obblighino a vivere in un certo modo e a seguire dogmatici insegnamenti morali.
Da una parziale liberazione delle anime individuali si è però passati all’estremo opposto. Dal secondo dopoguerra in poi, con l’ascesa del consumismo sfrenato, la discussione sui valori e sull’etica si è assottigliata a tal punto da rendere la morale uno sbiadito fantasma, quasi un elemento di intralcio all’interno dell’economia, del mondo del lavoro, del mondo della produzione e del consumo, dove l’unica cosa che conta è il calcolo matematico dei costi e dei benefici.
Si è persa qualsiasi consapevolezza dell’ethos, ossia dell’insieme di regole interiori volte a dare una direzione precisa al proprio agire, in modo che esso non sia mai lasciato in balìa del caos ma che, al contrario, sia sempre sotto il nostro rigido controllo. Viviamo circondati da “anime anarchiche” sia perché gli uomini al potere prendono le proprie decisioni soltanto in base all’utile, senza dunque curarsi di qualsivoglia morale, sia perché gran parte della popolazione possiede soltanto una vaga idea di cosa possa essere definito morale e cosa no, una conoscenza superficiale che è per lo più il lascito della morale del “senso comune” delle generazioni precedenti. Non avendo mai meditato su tali principi, non possono sapere se essi sono validi o meno; non hanno assimilato a fondo l’importanza che un codice etico ha per la vita e spesso sacrificano le norme apprese in nome dell’utile. Queste persone sono come navi alla deriva in balìa del vento; non hanno il controllo sulla propria vita ma si lasciano trascinare lì dove le porta l’utile, lì dove le porta la casualità.
Recuperare il concetto di autarchia significa opporsi a questo mondo alla deriva e impugnare le redini della propria esistenza, per vivere una vita autentica e consapevole. Compito dell’autarca è quello di sviluppare un codice etico che sia per lui una mappa per muoversi attraverso il mondo e che gli consenta di acquisire un profondo dominio su di sé e sulla realtà circostante.
Nel presente libro ho cercato di illustrare alcune delle pratiche filosofiche, antiche e moderne, occidentali e orientali, in grado di conferire al filosofo l’autarchia spirituale, ma solo dopo aver illustrato quali siano le fondamenta teoriche su cui si fonda tale forma di lavoro filosofico; una discussione che solleverà problematiche circa la coscienza, la conoscenza, la realtà e la sua rappresentazione, l’universo e il problema filosofico fondamentale sul senso della vita. I primi problemi affrontati, che all’apparenza potrebbero sembrare più astratti, avranno, in realtà, importanti ripercussioni sull’atteggiamento che ciascun uomo dovrebbe adottare nei confronti dell’esistenza. Si augura dunque al lettore di avere una preliminare pazienza e, soprattutto, di approcciarsi a questo libro non come un insieme di teorie filosofiche, ma come un richiamo all’azione per cominciare una nuova forma di lavoro su di sé. Ogni teoria, infatti, è valida soltanto nella misura in cui può essere applicata e viene applicata, altrimenti è destinata a ingiallire insieme ai fogli di carta su cui è stata scritta".
 
Autarchia spirituale. Un richiamo all'azione per rivoluzionare la propria vita - Daniele Palmieri, Anima Edizioni
 
Daniele Palmieri


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