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domenica 12 luglio 2015

La filosofia con gli occhi di un pazzo

Qualche giorno fa ero sul Naviglio a scrivere, in zona Cernusco, in uno degli angoli verdi più belli della provincia milanese.
Come di consueto, mi siedo, da solo, a un tavolo da pic-nic libero in cerca di pace e silenzio, ma poco dopo vengo accerchiato da un gruppo di anziani attirati dal mio campo gravitazionale che si mettono a parlare del più e del meno (ma anche del per e del diviso). Solita routine.
In fin dei conti non mi dispiace; faccio sempre incontri piuttosto interessanti e, quando dopo mezz'oretta saluto con la scusa di dover tornare a casa - ma in realtà in cerca di un angolo davvero silenzioso - raramente le storie che ho sentito non mi lasciano qualche spunto di riflessione.
Non fa eccezione l'aneddoto che ho ascoltato questa settimana.
Il narratore era un anziano signore in pensione che aveva lavorato nell'ex manicomio di Cernusco, nell'epoca in cui centri di questo genere erano gestiti per lo più da suore col pugno di ferro e i malati venivano sedati non con siringhe o medicinali ma con bagni ghiacciati, cinghie e catene.

Ebbene, questo signore - in compagnia della moglie e amici della stessa età - saputo che studio Filosofia in statale, mi racconta che una volta hanno accudito nel loro centro un uomo che, come me, aveva studiato la stessa materia - e che, evidentemente, aveva fatto la fine di Nietzsche.
Non mi ha raccontato molti particolari sulla sua vita da internato, semplicemente questo aneddoto.
Da buon filosofo era solito parlare a oltranza, anche in quel luogo di reclusione dove ogni parola del paziente viene considerata come l'insensata farneticazione di un folle - ma, in fin dei conti, è il destino di noi filosofi anche allo scoperto.
In particolare, era solito ripetere la definizione che lui dava di "Filosofia" - definizione che è forse l'unico insegnamento di questo Socrate da manicomio ma che sarebbe davvero un peccato lasciar svanire nel nulla.
Ecco, la definizione che ripeteva a chiunque glielo chiedesse - o meno - era questa: "la Filosofia è quella materia senza la quale il mondo resta tale e quale".
Fine.
Tutti hanno sorriso quando il narratore ha terminato di raccontare questo breve squarcio del suo passato - io compreso. Ma mi è sembrato doverose aggiungere che forse il filosofo pazzo non aveva tutti i torti.

Daniele Palmieri

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