Dopo aver parlato del Crowley occultista nell'ultimo articolo dedicato a Magick, ci occuperemo ora del Crowley novellista, benché il confine tra i due mondi sia labile e benché, come vedremo, il retroterra e la chiave di lettura del Crowley narratore sia la sua visione esoterica del mondo.
L'opera di cui mi accingo a parlare è Il testamento di Magdalen Blair, una novella tradotta ed edita per la prima volta in Italia da Abeditore (e questa edizione meriterà in seguito un inciso a sé).
Il testamento di Magdalen Blair è un testo terrificante, visionario, espressione di un cupo misticismo cosmico al pari di quello di Poe, Chambers e Lovecraft.
Voce narrante, che in pieno stile gotico ammette fin dal principio la propria follia, è quella della stessa Magdalen, che affida a un testo scritto le sue memorie con l'intento di suicidarsi con un candelotto di dinamite, e di spingere tutti gli uomini a fare lo stesso, dopo averli convinti della sua esperienza.
La trama, di per sé, è piuttosto semplice. Magdalen è una brillante studentessa di Cambridge, che spicca non solo per le sue doti intellettuali ma, soprattutto, per poteri "metapsichici" decisamente inconsueti, che si manifestano in maniera graduale durante i suoi anni di studio.
Inizialmente i suoi compagni notano un'insolita capacità. Magdalen è in grado di valutare misura, intensità e grandezze delle cose e delle sostanze con una precisione degna delle migliori apparecchiature scientifiche. La sua capacità intuitiva inizialmente viene attribuita a una sorta di facoltà sinestetica, in grado di percepire la forma delle cose a partire dalla variazione di temperatura che esse si lasciano dietro nell'ambiente, e infatti Magdalen è in grado, con altrettanta precisione, di capire quali e come gli oggetti sono stati spostati.
Le sue doti attirano presto l'interesse del professor Blair, che intende sondare in maniera scientifica le capacità della sua allieva. Gli esperimenti danno però esiti contrastanti, e di volta in volta smentiscono o confermano le doti di Magdalen e la loro causa. I suoi poteri metapsichici, ma allo stesso tempo così concreti, sembrano difficilmente inquadrabili nei canoni della scienza tradizionale, e i due se ne rendono conto quando scoprono che Magdalen è addirittura in grado di leggere nel pensiero.
Intanto, con l'intensificarsi degli esperimenti, cresce il legame tra Magdalen e il professor Blair, finché quest'ultimo non le propone di sposarlo, ed ella, benché sorpresa, accetta la proposta. Il legame così intimo apre la via a nuovi esperimenti e il professor Blair diviene il campo di prova delle facoltà di Magdalen, poiché si propone come "cavia" di un esperimento prolungato di lettura del pensiero. Magdalen inizia a focalizzare la sua attenzione sulla mente del marito, a tal punto da divenire quasi inscindibili; ella è in grado di leggerne pensieri e sogni, anche a distanza. Tuttavia, il rapporto perfettamente sincronico tra i due, nel quale non è difficile intravedere lo stesso rapporto Maestro-Discepola che Crowley intessé con tutte le sue mogli, e i tre felici anni di matrimonio, arrivano presto a una brusca svolta. Un presentimento funesto inizia ad aleggiare nella mente di Magdalen, anticipato da due episodi estremamente inquietanti. Nel primo, Magdalen ode, durante una gita in canoa, una terrificante e profonda risata demoniaca provenire proprio dalla mente del marito, ma come se giungesse da profondità insondate del suo subconscio. Nel secondo, in un atto di lettura del pensiero a distanza, egli sente la voce di suo marito che tiene lezione, ma osservandone una foto sia il suo volto sia la sua voce risultano distorte e terribili, ancora una volta come l'aspetto e la voce di un demone infernale.
I presagi funesti di Magdalen si realizzano presto; il marito si ammala improvvisamente di nefrite, e comincia un lento e inesorabile declino psicofisico. Consapevole che i suoi giorni stanno giungendo alla fine, il professor Blair intensifica gli esperimenti e la vicinanza alla morte lo induce a indagare il mondo dell'anima, sempre con l'aiuto della moglie, che diviene una sorta di testimone e guida alle regioni inesplorate del suo subconscio.
Blair diventa ossessionato dalle profondità dell'anima i cui confini, come sosteneva Eraclito, si dispiegano così profondamente che mai potranno essere trovati. E, infatti, durante un esperienza di meditazione profonda in cui il professor Blair, accompagnato "mentalmente" dalla moglie, discende nelle profondità interiori della sua psiche, Magdalen è testimone della prima, grande, sublime e terribile visione dell'interiorità:
"E' un abisso cieco, gli dissi, e lì sta appeso un avvoltoio più vasto dell'intero cosmo" (Il testamento di Magdalen Blair, Aleister Crowley, Abeditore, p. 33).
Così Magdalen descrive la prima apparizione dell'anima del marito. Ma egli ancora non è soddisfatto e discende ancor più in profondità:
" "Stavo cercando nel luogo sbagliato [...] ciò che voglio giace alla base della spina dorsale". Questa volta potei vedere. In un paradiso blu stava attorcigliato un serpente infinito color oro e verde, con quattro occhi fiammeggianti neri e rossi, che scagliavano raggi in ogni direzione; fra le sue spire vi era una moltitudine di bambini che ridevano. E una volta visto, tutto ciò scomparve. Striscianti fiumi di sangue si spargevano sul paradiso, di un sangue putrefatto di innominabili forme; creature metà elefante e metà scarafaggio; cose che non erano nient'altro che orribili occhi iniettati di sangue, circondati da tentacoli; donne la cui pelle ondeggiava e gorgogliava come zolfo bollente, creando nuvole che si condensavano in altre mille forme, ancor più repellenti di ciò che le aveva generate" (Il testamento di Magdalen Blair, Aleister Crowley, Abeditore, p. 34).
La visione diviene ancor più terribile, degna dei peggiori orrori partoriti dalla mente di Lovecraft. Il serpente che giace alla fine della spina dorsale è un chiaro richiamo al serpente della kundalini, simbolo induista dell'energia sessuale latente in ogni uomo e testimonianza dell'interesse di Crowley nei confronti della tradizione tantrica orientale. Ma, come spesso compiva con le diverse tradizioni, egli rielabora l'immagine del serpente rendendolo non solo espressione della sessualità latente, ma di una forza cosmica, abissale, demoniaca, che avvolge nelle sue spire l'intero universo, come il serpente che descrive nel Libro della Legge. Le anime non possono fuggire alla sua morsa, e anche quella del professor Blair non fa eccezione.
Dopo queste visioni, le condizioni peggiorano e presto deve essere ricoverato in ospedale, dove cade in coma. Ma la connessione mentale tra Magdalen e Blair non cessa, e anzi è destinata a intensificarsi con la lenta e inesorabile dipartita dell'anima. Il viaggio nelle regioni dell'oltretomba comincia con una voce inquietante che, improvvisamente, rimbomba nella mente di Magdalen:
"Mi svegliai per udire una voce sconosciuta che mi diceva all'orecchio: Adesso comincia il divertimento" (p. 40).
Lo stato comatoso del professor. Blair non impedisce a Mrs. Blair di udirne i pensieri, che sembrano essersi ritirati in un oscuro subconscio, dal quale rimbombano come provenienti dalle viscere di una grotta. E i primi pensieri uditi da Mrs. Blair sono terrificanti. Il marito, in quel limbo tra la vita e la morte, inizia a delirare; impreca e dice di volerla uccidere, di volerla fare in mille pezzi. Il tutto con un tono lucido, come se quello fosse il risultato conclusivo di un ragionamento logico che, se Mrs. Blair avrebbe udito, la avrebbe portata ad accettarlo e a compiere il medesimo gesto.
E presto Mrs. Blair giunge a comprendere il perché di quell'orrore. Nonostante il trapasso, giunto in seguito a un ultimo, spaventoso spasmo del suo corpo, la coscienza del professor. Blair è ancora viva. Mrs. Blair riesce non solo a udirne i pensieri, ma ne segue il percorso infernale, trascrivendolo sui propri taccuini, simile al bardo che trascrisse Il libro tibetano dei morti.
Ed ecco che appare una nuova, terrificante visione, testimonianza di un cupo misticismo cosmico che, come accennato in precedenza, ricorda molto quello di Lovecraft e Chambers. L'anima del professor Blair è caduta nelle grinfie di un demone che la mastica e la digerisce, in un ciclo infinito, un limbo di estremo dolore in cui l'anima in parte preserva ancora la propria individualità, e in parte è dissolta dalla bocca, la saliva, la bile digestiva del demone. L'anima viene triturata, risputata, ingoiata, dilaniata e Magdalen prova sul suo corpo le stesse terribili sofferenze provate dal marito, fino a quando non comprende il perché di tutto questo: il demone altro non è che una personificazione della nifrite. Come dirà Zolla qualche decina d'anni dopo, tutti i demoni individuati dai pensatori antichi e medievali altro non sono che personificazione dei dolori e dei malanni fisici e psichici dell'uomo; e quando essi ci braccano, continuano a tormentarci per un tempo indefinito, in un tempo al di là del tempo, nel momento dell'estrema dipartita. L'anima del professor Blair non ha ancora abbandonato il corpo; si trova nelle regioni più profonde e la sua sofferenza aumenta man mano che il corpo si decompone, e questi orrori sono da ella vissuti come se si trovasse imprigionata, senza via di fuga, nella "tomba" che l'ha sempre accompagnata per tutta la vita. Magdalen vive tutte queste sofferenze che sembrano svolgersi su un piano temporale che trascende i minuti e le ore del tempo che noi conosciamo; si tratta di uno spazio-tempo spirituale, in cui ogni attimo è infinito, estremamente dilatato, e in cui non sembra esserci via di fuga nonostante il masticare e la digestione continua del demone.
Tuttavia, a un certo punto questa prima sofferenza finisce e dopo essere stato espulso dal demone, l'anima del professor Blair cade in un precipizio profondo, dalle tenebre dense, in una caduta così veloce e prolungata da sembrare immobile, finché non sopraggiunge e si dissolve in un vasto oceano da una melma di tenebra. Qui le visioni diventano ancor più terribili; l'anima del professor Blair si invischia e si dissolve in questo oceano cosmico di sofferenza, in cui Tutto è in Tutto, ma ogni cosa assume una forma terribile e perversa in ogni attimo della sua evoluzione. E' come se ci trovassimo di fronte all'eterno presente di cui parla Agostino ne Le Confessioni, ma un eterno presente in cui ciò che Dio osserva assume di volta in volta fattezze terribili, deforme, demoniache, espressione di un dolore e di una malvagità latente nell'intero cosmo.
L'influenza della filosofia orientale in queste pagine si fa ancora più marcata; di fronte all'anima del professor Blair caduta in questo ciclo di rinascite perverse, Magdalen auspica e agogna un Nirvana che sia in grado di liberare l'uomo dal dolore, atomo dell'esistenza, non con la ricompensa di un paradiso, ma con la semplice estinzione, la caduta in un Non-Essere privo di piacere e sofferenza, una annichilazione dello spirito. La distruzione totale della vita, che eliminerebbe ogni testimone dall'Universo e che dunque eliminerebbe l'Universo stesso, sembra a Magdalen l'unica via percorribile; e da qui la sua decisione, che tuttavia verrà impedita, di suicidarsi con un candelotto di dinamite.
Per concludere, posso affermare che Il testamento di Magdalen Blair è una delle opere più terrificanti che abbia mai letto. Crowley è in grado di rendere concreto, reale, asfissiante l'universo metafisico che potrebbe nascondersi dopo la morte, e ogni sua parola è come un ago che si conficca nella carne. Questo sadico realismo descrittivo deriva, molto probabilmente, dall'esperienza stessa di Crowley, che provò quanto di più estremo un uomo possa provare nella vita, dalle droghe, al sesso, all'alcool, ma anche all'ascetismo religioso, con tutto ciò che questo può comportare per il fisico e per la mente. E' molto probabile che le visioni descritte da Crowley siano così concrete e tangibili poiché egli stesso visse sulla sua pelle gli orrori descritti nel racconto, durante poderose esperienze di alterazione della coscienza.
Un'ultima nota di merito è da dedicare ad Abeditore, che contribuisce a rendere ancor più vivi e tangibili gli orrori evocati da Crowley attraverso una veste grafica sublime, tanto nelle illustrazioni che accompagnano il testo, quanto nei caratteri e nelle pagine "sfumate" o "invecchiate", che donano al libro quel tocco di antico e misterioso, come se si tenesse in mano un antico Grimorio medievale.
Il testamento di Magdalen Blair, Aleister Crowley, Abeditore
Per ulteriori informazioni: http://www.abeditore.it/
Daniele Palmieri