giovedì 7 febbraio 2019

William Atkinson e il potere del pensiero: il New Thought

Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo non solo l'Europa, ma il mondo intero, fu investito da un grande fermento spirituale. Il colonialismo dei secoli precedenti, oltre alle note conseguenze nefaste, portò anche a un positivo scambio culturale e sistemi di pensiero mai entrati in contatto tra loro ebbero modo di confrontarsi, scontrarsi e "contaminarsi" a vicenda, dando vita a nuovi movimenti culturali.
Tale processo storico contribuì al progressivo crollo delle credenze dogmatiche già fortemente criticate dall'Illuminismo e spinse la spiritualità umana verso una nuova e inedita direzione. La scoperta, da parte dell'Occidente, di pensieri "altri" come Induismo, Taoismo, Buddhismo, Giainismo e Confucianesimo contribuirà non tanto al crollo della conoscenza religiosa, incapace di "reggere" di fronte a una tale relatività, bensì a un rafforzamento della stessa ma da una nuova prospettiva. Molti intellettuali si accorsero infatti di come, al netto di alcune differenze dottrinali, i principali dogmi delle diverse religioni convergessero verso la medesima direzione e di come fosse possibile scoprire, con uno studio attento, molte più somiglianze che discrepanze tra questi sistemi di pensiero apparentemente così distanti, sia geograficamente sia culturalmente.
Frutto di questa scoperta furono diverse scuole di pensiero: gli Studi Tradizionali, la Teosofia, gli studi orientali in ambito accademico e le diverse scuole derivate dalla Teosofia stessa, come l'Antroposofia, la Fratellanza Bianca e la New Age.
Negli Stati Uniti, dove la Teosofia ebbe grande diffusione, vi fu un'altra corrente culturale, ancora oggi molto influente, figlia del medesimo spirito sincretico: la corrente del New Thought, o Nuovo Pensiero.
Fin dal principio, il "giovane" pensiero americano fu contraddistinto da tre fattori: la libertà, la fede e l'operosità. Come vedremo, nonostante la progressiva evoluzione culturale, questi rimarranno tre concetti cardini delle diverse scuole di pensiero americane.
I primi coloni americani erano infatti semplici uomini della classe media, come commercianti o piccoli proprietari terrieri, per lo più di estradizione protestante, che si imbarcavano per il nuovo mondo in cerca di libertà, tanto religiosa quanto economica. Per almeno un secolo i coloni americani erano convinti di essere guidati da un "Manifest Destiny", un "Destino Manifesto" che li guidava nelle avversità, da loro affrontate non come ostacoli ma come prove di Dio, che temprava i loro animi attraverso la fatica, con la promessa di una ricompensa a loro destinata, una nuova Terra Promessa alla fine del deserto.
Nell'affrontare le avversità di un mondo immenso, aspro, spaventoso, sconosciuto e inesplorato, la Fede in Dio possedeva un ruolo salvifico; accompagnata dalla consapevolezza di essere destinati a grandi cose, essa permetteva di superare qualsiasi ostacolo senza perdersi d'animo, concentrandosi solo su una cosa: la laboriosità.
L'operosità è sempre stata un tratto distintivo del protestantesimo, che fece proprio il detto paolino "Chi non lavora non mangi". Come scrive Weber ne L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, il fatalismo delle diverse correnti protestanti, che consideravano ogni uomo predestinato alla salvezza o alla dannazione fin dalla nascita, portava, paradossalmente, a un impegno maggiore nelle opere di ogni giorno, poiché la buona riuscita del proprio lavoro poteva essere interpretata come un segno della predestinazione. I coloni americani erano spinti dal medesimo spirito fatalistico ma, come anticipato in precedenza, contraddistinto da un grande ottimismo di fondo: che vi fosse una terra promessa era un fatto, occorrevano soltanto il sudore e il lavoro per raggiungerla e conquistarla. Libertà, fede e lavoro avrebbero spianato la strada verso un futuro roseo, attirando sul "nuovo popolo eletto" la benevolenza e la benedizione di Dio. 
In questa prima fase del pensiero americano, tuttavia, libertà, fede e lavoro sono ancora idee inserite in una cornice teorica fortemente religiosa e dogmatica, che raggiungerà l'apice della sua follia nei famigerati processi di Salem, realizzazione concreta di un futuro tutt'altro che roseo.
Soltanto nel XVIII e nel XIX secolo si diffonderà in America lo spirito democratico e illuminista, che troverà la sua massima espressione nei tre grandi del pensiero americano: Emerson, Thoreau e Whitman che attraverso la filosofia, la letteratura e la poesia daranno voce a una nuova spiritualità americana.
In particolare, già in Emerson sono contenuti, in potenza, i semi del New Thought e della spiritualità americana novecentesca: fiducia nell'uomo e nelle sue potenzialità; fiducia nella forza del pensiero e delle sue facoltà; rapporto diretto con il divino, ricercato, senza mediazione, nella natura e nell'interiorità; grande preminenza data all'emotività, alla creatività, all'intuizione; importanza della fede in se stessi e nelle proprie opere. 
Rispetto a Thoreau e Whitman, che svilupperanno una "spiritualità della natura" e che rimarranno, per gran parte della loro vita, ai margini della vita borghese, dell'industrializzazione, del commercio e dell'economia, Emerson era perfettamente inserito nella vita cittadina e la sua stessa filosofia, pur considerando la Natura "maestra di verità", teorizzava un progresso non solo spirituale, ma anche materiale della società, e ben si adattava alla piega presa dal repentino sviluppo degli Stati americani.
Così, lentamente, i tre concetti di libertà, fede e lavoro hanno mutato forma: la libertà non è più la libertà di scoprire nuovi territori e approdare a una nuova terra promessa, bensì la libertà di agire economicamente nella crescente società, di essere membri attivi all'interno del governo, di creare nuove città, nuove leggi, nuovi mezzi di produzione; la fede non è più la fede dogmatica nel Dio cristiano, ma la fede in un Dio onnipresente, tangibile nella Natura e nell'interiorità, un'energia alla quale è sempre possibile attingere in ogni momento e che permette all'uomo di evolvere non solo nella sua vita spirituale, ma anche nella sua vita economica e materiale; il lavoro, infine, permane segno di una predestinazione ma non più al regno dei cieli, bensì al successo nella vita terrena, la ricchezza interiore si fonde lentamente con la ricchezza economica, a tal punto che i due confini si compenetrano e si confondono.
Giungiamo così al XX secolo, epoca in cui, come accennato in precedenza, l'Occidente è investito dalle idee Orientali, che in America trovano terreno fertile proprio nel loro essere idee al medesimo tempo nuove e antiche. Antiche poiché facenti parte di una tradizione millenaria, rimasta tuttavia da sempre celata all'Occidente; e qui il grande successo della novità. 
Ed è sulla scia di questi poderosi sconvolgimenti culturali che nasce il Nuovo Pensiero, il New Thought, grazie alla penna del suo più grande teorizzatore: William Atkinson.  Personalità ambigua e misteriosa, Atkinson non fu il fondatore del New Thought, ma colui che meglio ne compendiò, in maniera organica, i principi fondamentali, dandone una formulazione laica (al contrario delle formulazioni precedenti che, invece, erano fortemente influenzate dalla Christian Science di Mary Baker Eddy).
Il Nuovo Pensiero di William Atkinson, edito in italia da Bis edizioni, è la guida più immediata, chiara e sintetica per comprendere quali sono i fondamenti del New Thought, quali i suoi mezzi e quali i suoi fini.
Fin dalle prime righe del testo emerge il carattere ambivalente, misto di antichità e modernità, a cui si rifacevano le principali scuole esoteriche del periodo. Scrive Atkinson: 

"Il Nuovo Pensiero è il più antico pensiero che esista. E' stato conosciuto dai pochi eletti in tutti i tempi, non essendo le masse popolari ancora mature per capire i suoi insegnamenti. E' stato chiamato con tutti i nomi, ed è apparso in tutte le forme. Ogni religione ha in sé certi insegnamenti esoterici, non afferrati dai più, ma compresi da pochi, che contengono molto di ciò che viene ora insegnato come Nuovo Pensiero" (William Atkinson, Il Nuovo Pensiero, Bis edizioni, pp. 5-6).

Il Nuovo Pensiero cerca di coniare gli antichi insegnamenti esoterici, di norma occulti, settari, dedicati a pochi iniziati, elitari ed espressi con un linguaggio ermetico, allo spirito del tempo, ossia alla tendenza democratica, egualitaria e libertaria tipica, come si è visto, del pensiero americano. A una via misterica e collettiva, predilige una via exoterica e individualistica. Come scrive Atkinson: 

"Che cos'è il nuovo pensiero? In primo luogo è il nome con il quale è nota quella grande ondata di pensiero psichico e spirituale che sta attraversando il mondo [...] Sostiene tutto ciò che è per il miglioramento dell'uomo: libertà, indipendenza, successo, salute e felicità. Porta lo stendardo della tolleranza, dell'amore, della carità e dell'aiuto a noi stessi.  Insegna all'uomo a stare in piedi sulle proprie gambe, a operare la propria salvezza, a sviluppare i suoi poteri latenti, ad affermare il suo vero stato di uomo, a essere forte, misericordioso e buono. Predica la dottrina del: Lo posso e lo voglio, e il vangelo dell'Io opero. Ingiunge all'uomo di cessare i propri lamenti e rammarichi e lo spinge a vivere rettamente affermando il proprio diritto di essere felice" (William Atkinson, Il Nuovo Pensiero, Bis edizioni, pp. 11-12)

Libertà, fede e lavoro tornano a essere i punti cardine anche nel Nuovo Pensiero: libertà del pensiero creativo di spaziare e conoscere, al di là di ogni dogma; fede, nel potere del pensiero e in una forza divina, sovraindividuale, che permea ogni cosa e che tuttavia non è possibile inquadrare in un solo concetto teologico o religioso; lavoro individuale e interiore, alla scoperta della scintilla divina che alberga in ciascuno di noi, che è possibile portare alla luce con l'esercizio della propria mente. Citando le parole di Atkinson: 

"Il Nuovo Pensiero non ha né credi né dogmi. E' composto da individualisti che si riservano il diritto di guardare le cose con i propri occhi e vedere la Verità come si presenta a loro, interpretandola con la luce della propria ragione, intuizione e discernimento spirituale, lasciando che attraverso di loro si manifesti e si esprima a suo modo" (William Atkinson, Il Nuovo Pensiero, Bis edizioni, p. 12)

Pur essendo libero da dogmi, è tuttavia possibile tracciare delle linee guida comuni agli adepti del New Thought, sintetizzabili in sei punti: 
1) Dietro a ogni cosa è celato un potere infinito: Dio, l'unità ineffabile che lega ogni cosa che esiste. Citando Atkinson: "La separazione è illusoria, è un sogno della coscienza non sviluppata. Via via che un uomo cresce nella conoscenza Cosmica, riconosce sempre meglio la follia del concetto di separazione, di esclusione, di condanna, di qualsiasi differenza fra le parti del Tutto. Egli vede gradazioni e gradi, stati di crescita, piani, ma, in ultima analisi, nessuna vera differenza. Egli vede solo che Dio è perfetto, che tutto il resto è soltanto relativo. Con l'avvicinarsi al centro, la creatura che si avvicina si innalza sulla scala, e più lontana è dal Centro più bassa appare nella scala di relazione. Ma che sia più alta o più bassa è parte del Tutto, è concezione di Dio. Per chi possiede il senso dell'Unità, il mondo si allarga smisuratamente: il suo mondo è l'Universo e tutto ciò che vi è contenuto lo sente in relazione a se stesso. Tutti gli uomini sono suoi fratelli, ogni luogo è casa sua, ogni piacere il suo, suo ogni dolore, ogni vita la sua vita. Egli si sente vicino a tutti - uomo, animale, pianta, minerale, poiché tutto fa parte dell'Uno" (William Atkinson, Il Nuovo Pensiero, Bis edizioni, pp. 135-138).
2) Dio, in ogni cosa, si manifesta attraverso tre realtà indivisibili: materia, energia e spirito. La materia è l'essenza "grezza" della realtà, è concreta, tangibile, la cera che necessità di un sigillo per avere una forma; l'energia è ciò che muove la materia, ciò che la vivifica e che ne permette il perpetuo fluire; lo spirito, infine, è l'essenza divina, intelligente, che dà una direzione alla materia e all'energia creando dal caos il cosmos, il Cosmo ordinato, retto da leggi occulte ma conoscibili dalla mente umana.
3) Come in alto così in basso: ogni cosa nell'Universo riflette la divinità; materia, energia e spirito sono un tutt'uno e ogni modificazione su uno di questi piani si riverbera sugli altri, essendo intrinsecamente interconnessi.
4) Il pensiero non è un'entità metafisica, ma un'energia tangibile in grado di influenzare e modificare la materia attraverso la volontà, nel momento in cui esso è in grado di penetrare nell'essenza spirituale del Cosmo.
5) Il pensiero attrae e respinge, secondo l'antico principio filosofico e alchemico per il quale "il simile attrae il simile". Da qui una delle principali leggi del New Thought, ormai entrata nell'immaginario collettivo e oltremodo abusata: la Legge di Attrazione, che può essere concepita come una Legge Cosmica, simile a un campo gravitazionale, che contribuisce ad aggregare ciò che è affine e a disgregare o a separare ciò che è distinto.
6) L'uomo comune vive al di sotto delle sue possibilità ed è suo compito portare a galla energie latenti attraverso la coscienza. La mente è infatti suddivisa su tre piani: subconscio, conscio e superconscio. Contrariamente a quanto afferma la psicoanalisi freudiana, non è il subconscio a governare l'uomo, ma il conscio. Il subconscio domina solo coloro che non hanno lavorato su di sé e che dunque si fanno influenzare dalle loro pulsioni, dai loro ricordi rimossi, dai traumi ereditati; ma il conscio possiede la chiave del subconscio: le idee e le credenze. Siamo noi a rimuovere nel subconscio, attraverso le nostre credenze, le idee che ci dominano attraverso la paura, il desiderio, l'attaccamento. Dunque è possibile, lavorando con il conscio, fare pulizia del nostro sgabuzzino mentale e riappropriarci coscientemente della nostra vita mentale. Ciò permette di accedere a un grado più elevato di coscienza, il superconscio: "Con la concentrazione, la meditazione e altri mezzi di sviluppo spirituale l'uomo può, a volte, risvegliare qualche facoltà supercosciente e ricevere da essa impressioni e cognizioni che gli permettono di avvalersene. Molti cosiddetti mistici e occultisti d'Oriente e d'Occidente hanno potuto conseguire tale fine [...] Coloro che sono riusciti a cogliere un barlume per vedere ciò che contengono le facoltà supercoscienti sanno che la conoscenza così ottenuta trascende l'esperienza umana. E' uno sguardo nel mondo sconosciuto, una rivelazione. L'uomo che è riuscito a cogliere un barlume di ciò che contengono le facoltà supercoscienti è un uomo trasformato, la vita non è più la stessa per lui: se fino ad ora credeva, adesso sa" (William Atkinson, Il Nuovo Pensiero, Bis edizioni, pp. 94-95).

William Atkinson, Il Nuovo Pensiero, Bis edizioni

Daniele Palmieri